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Udinese, luci e ombre

La prima parte di preparazione ha messo in evidenza alcune note positive in casa Udinese, ma anche alcune ombre

Monica Valendino

L'Udinese cresce: dire oggi se bene o male è prematuro, e visti i giudizi a volte fin troppo entusiasti degli ultimi anni di questi tempi da parte di più di qualcuno, è meglio (anche per scaramanzia) andare con i piedi di piombo.

Di certo ci sono punti positivi da sottolineare: la difesa si sta assestando, o almeno questa è l'impressione. Le fasce coprono meglio e in fase di non possesso si gioca anche con un 5-4-1. Buon segno visto che nelle ultime stagioni la retroguardia bianconera è stata una banda del buco. Ovviamente saranno altri i test probanti, ma la sensazione è positiva.

In mezzo manca ancora il cervello della squadra davanti alla retroguardia: Fofana, Balic, Lodi si giocano una maglia, per ora nessuno ha ancora dato risposte per un motivo o l'altro. Le ha date invece De Paul, peperino del centrocampo, uno che si è preso la responsabilità di ereditare appena arrivato la maglia che fu di Di Natale e Zico. Ha piedi buoni e visione di gioco, ora servirà capire se in campionato queste doti verranno fuori o se verrà ingabbiato facilmente dalle difese italiche che regalano sempre meno.

In avanti bene Matos, uno che crea spazi e ha dribbling micidiali in velocità: non sarà un bomber, ma per questo si attendono i gol di Zapata. Certo è che le alternative non mancano.

E qui si arriva alle note dolenti, o forse meglio dire alle preoccupazioni. Lo spogliatoio sembra ricompattato, ma attenzione perché il banco di prova non sono le amichevoli dove tutti più o meno hanno spazio, ma il campionato dove per ovvi motivi ne scendono in campo undici. Se i risultati arrivano tutti i mal di pancia passano di conseguenza, ma se ritardano ecco che il rischio di una concorrenza con molte invidie si fa viva.

Iachini è uno che sa tenere il gruppo in mano, ma attenzione anche al fattore stranieri: anche col Middlesbrough inizialmente ce n'erano undici in campo, sono situazioni non comuni per cui tutti potrebbero faticare e il rischio di avere sotto gruppi nello spogliatoio è elevato.

Infine il gol: l'eredità di Di Natale non è solo una  maglia, naturalmente, ma i gol: per adesso Thereau si è confermato il goleador della squadra, ma paradossalmente potrebbe essere lui a partire per far spazio a Peñaranda & C. Qualunque sarà la coppia gol deve garantire almeno 20 reti per un campionato tranquillo.

Insomma questi i dati emersi: dalla prossima settimana si fa sul serio in Coppa Italia, vietato scherzare, i giudizi da quel momento non sanno più parziali.

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