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Udinese, parliamoci chiaramente

L'Udinese dall'Olimpico di Roma all'Olimpico di Torino non può fare altri passi falsi: parlando chiaramente sono troppi i punti negativi di questo 2015 da cercare di far dimenticare

Redazione

L’Udinese affrontera’ nel tardo pomeriggio, con inizio alle ore 18.00, il Torino di Giampiero Ventura. Una partita che, al termine, ci dira’ chi tra le due formazioni avra’ avuto piu’ voglia di cancellare, grazie ad una convincente prestazione sul terreno dello stadio “Olimpico”, le delusioni di coppa.

Parliamoci chiaramente: la Juventus incontrata dai granata sara’ anche una formazione in prepotente ascesa dopo il balbettante avvio di stagione, ma ben altro atteggiamento ci si attendeva dal vecchio cuore granata nel derby di mercoledi’ sera.

E ben altra prestazione ci si aspettava dall’Udinese nel deserto dell’altro “Olimpico”,  quello romano, contro un undici ben piu’ assillato dai propri problemi interni che la vittoria ed il passaggio del turno hanno provveduto a mitigare, riteniamo solo temporaneamente. Stefano Colantuono dopo il commiato alla manifestazione tricolore se l’e’ presa con lo scarso fair play che avrebbe portato all' 1-1 laziale,  e per il fuorigioco non segnalato in occasione del definitivo raddoppio di Cataldi. 

Le situazioni citate hanno un loro riscontro oggettivo, ma, parliamoci chiaramente, ad una Lazio che appariva prigioniera dei propri problemi nel primo tempo l’Udinese non ha dato troppo fastidio, si sono visti poca intensita’ nelle ripartenze e, infortuni a parte, anche uno spirito poco battagliero nel difendere lo 0-1 prima e l’1-1 poi, nonche’ i soliti errori in fase di impostazione che quasi sempre si tramutavano in buoni palloni dalla meta’ campo in su per gli avversari. E diciamolo chiaramente una volta di piu’: simili errori non andranno reiterati nel match contro gli uomini di un Ventura che, c’e’ da scommetterlo, chiedera’ ai suoi la classica prova di grande orgoglio utile per andare a centrare quei tre punti che costituirebbero il miglior modo di chiedere scusa ai tifosi granata dopo il rovescio nel derby di Coppa, e che nel contempo significherebbero chiudere in maniera opportuna il 2015.

Un anno solare, questo che si va a concludere con la sfida in Piemonte, decisamente da dimenticare per i colori bianconeri. Troppi alti e bassi, finale del campionato scorso zeppo di sconfitte figlie di una testa dei portacolori bianconeri che troppo presto si e’ rivelata essere gia’ in vacanza, cambio di gestione tecnica che ha portato piu’ conferme in negativo che novita’ di rilievo: risultati altalenanti, difficolta’ nell’andare a rete.

Se da una parte Colantuono cerca con tutti i mezzi di farci vedere –in parte anche riuscendoci- che l’atteggiamento tattico della sua Udinese non e’ piu’ legato al fatto di adeguarsi  al modulo di gioco avversario, ma che al contrario e’ piu’ propositivo, rimangono grosse lacune in fase di costruzione gia’ evidenziate lo scorso anno e in piu’ –episodio di inizio stagione allo “Juventus Stadium” a parte- la squadra ha manifestato un grosso gap nei confronti delle squadre che occupano i primi posti in classifica, risultando troppo poco spesso competitiva. La partita di oggi non sembra preoccupare piu’ di tanto dato che, almeno per ora, le retrocedende di giornata, Frosinone, Carpi e Verona, sono a distanza di sicurezza.

Ma la squadra deve dare un segnale di concreta presenza in questo torneo: vivacchiare sulle presunte carenze altrui potrebbe alla lunga rivelarsi controproducente, meglio guardare in casa propria, dato che non mancano i problemi. La difesa subisce costantemente, e davanti i gol arrivano col contagocce, segno che il centrocampo non svolge adeguatamente la propria tradizionale funzione di filtro fra retroguardia e attacco. Segno che in maniera mirata, intelligente ed assennata bisognera’ intervenire sulla finestra invernale di mercato. In questo senso, sembrano allontanarsi i tempi nei quali anno dopo anno la giovane “scommessa” acquisita in mercati poco sondati dalle cosiddette “grandi” sbocciava e si rivelava essere un campione capace di iscrivere nei bilanci del sodalizio friulano smisurate plusvalenze.

Le dinamiche del mercato sono cambiate, anche la concorrenza si adegua ai tempi che corrono, e per affrontare dei competitor di mercato sempre piu’ arguti e sempre meno debole braccio operativo dei “ricchi scemi”, occorre gente sempre piu’ capace di stare “sul pezzo”.

Il 2015 e’ scivolato via in una maniera che ha portato piu’ insoddisfazione che altro: con l’anno che ci attende la musica dovra’ cambiare. Tra tanti attesi cambiamenti, ecco qualcosa che almeno per il momento rimane immutato: una certa ingenuita’ nel manifestare all’esterno certe situazioni. Alla vigilia di Napoli-Udinese, un affaticamento muscolare impedi’ a Toto’ Di Natale di salire la scaletta dell’aereo che conduceva la squadra in Campania. Oggi, e’ sempre un affaticamento muscolare a rendere inidoneo per la trasferta di Torino Panagiotis Kone. Proprio lui: l’uomo dei 30 minuti giocati a Roma mercoledi’, l’uomo che non esulta dopo un gol alla Lazio che definire di pregevole fattura e’ davvero riduttivo, l’uomo che ad Udine, per ragioni ai piu’ sconosciute,  non ha mai dimostrato totalmente il valore che gli veniva riconosciuto e che per questo e’ stato ed e’ oggetto delle mire di mercato di alcune squadre, una su tutte il Torino.

Semplici coincidenze? Non sappiamo, certo che i tempi di un calcio nel quale  un Andrea Carnevale veniva schierato e realizzava una doppietta alla squadra che –come noto anche all’interessato- l’avrebbe ingaggiato per la stagione successiva, sono lontani anni luce. Il presente e’ un 2015 da accantonare in fretta, facendo il piu’ possibile tesoro dei tanti errori commessi, attendendo un 2016 che per i colori friulani dovra’essere gioco forza migliore. 

Sergio Salvaro @MondoUdinese

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