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Udinese, qual è il vestito giusto?

Dopo le sconfitte iniziano le discussioni sul modulo: è normale che sia così nel calcio, specialmente a Udine dove i cultori della difesa a tre si scontrano spesso con i nostalgici di quella a quattro. «Non ho dogmi. Ho visto cosa ha detto la...

Monica Valendino

Dopo le sconfitte iniziano le discussioni sul modulo: è normale che sia così nel calcio, specialmente a Udine dove i cultori della difesa a tre si scontrano spesso con i nostalgici di quella a quattro.

«Non ho dogmi. Ho visto cosa ha detto la storia negli ultimi cinque anni e la composizione della rosa al momento. Il vestito migliore penso sia questo, ma non è detto che non si possa rivedere qualcosa e provare anche una difesa a quattro»: lo ha detto Stefano Colantuono al Messaggero Veneto, il quale - quindi - lascia aperte tute le strade.

Però attenzione: serve capire quale sia il vestito migliore prima che sia troppo tardi. L'identità nasce da questi semplici numeri, 3-5-2 o 4-4-2. Che da soli non bastano a spiegare na squadra, ma che alla fine sono lo scheletro portante.

Una cosa è necessari: l'Udinese necessità di identità, perché nelle ultime due stagioni è venuta meno, cercando troppe volte di adattarsi agli avversari piuttosto che imporsi. Colpa di un modulo (il 3-5-2, appunto) che in due anni ha creato più incertezze che altro, vuoi per i 114 gol presi, vuoi perché questo gioco si è spesso focalizzato davanti solo sull'estro di Di Natale.

Andrea Stramaccioni ha provato a cambiare: nella primavera scorsa, a Lipsia in amichevole, il tecnico sperimentò la retroguardia a quattro. La sua idea era proseguire su questa strada, accantonando Domizzi e Totò ai quali si prospettava un futuro part time. Poi la retro marcia, forse anche per uno spogliatoio non compatto, e questo ha contribuito al patatrac finale. Mane però la gara con la Fiorentina come gioiello tecnico tattico a dimostrare che quando ha optato per la difesa a quattro il gioco non è mancato.

Stesso vale per FrancescoGuidolin, l'inventore del 3-5-1-1: finché aveva mezzali da sogno (Asamoah e Isla) la sua Udinese volava, poi al quarto anno qualcosa si è inceppato e la squadra ha faticato: come al solito se non fosse stato per Di natale, il terminale ultimo del suo gioco, sarebbero stati guai. Anche lui, però, ha sperimentato la difesa a quattro, anche lui con la Fiorentina (in campionato), anche lui raccogliendo la migglior prestazione di quella stagione.

Insomma, c'è da ragionarci su. L'Udinese 2015/16 deve ancora trovare una sua identità, il 3-5-2 fin qui provato ha palesato vecchi vizi (distrazioni e fasce non ancora all'altezza). Il 4-4-2 o le sue varianti, potrebbero consentire, inoltre, di far giocare assieme Widmer e Edenilson, che altrimenti finirebbero in una concorrenza che potrebbe diventare rischiosa non essendoci coppe europee dove alternarsi.

Dall'altra parte Ali e Pasquale potrebbero fare lo stesso, riportando l'iracheno al suo ruolo più congeniale, meno responsabilizzato.

Del resto le fasce sono il fulcro del 3-5-2 e per ora non stanno convincendo a pieno. A Colantuono il compito di fare il sarto, è lui che deve cucire addosso all'Udinese il vestito migliore. Lui che ha sempre amato la difesa a quattro e che a Udine è ''costretto' a ripartire da quale a tre.

Siamo in estate, si stanno solo prendendo le misure, ma attenzione a non andare troppo dietro ai modelli che indosseranno l'abito...Che non fa mai il monaco.

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