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Udinese, una sconfitta quasi indolore

L'Udinese non esce ridimensionata da San Siro: soliti episodi, soliti errori, ma anche un cuore emerso fino alla fine e un gioco che è piaciuto. De Canio si gioca la conferma contro Carpi, Atalanta e Torino. Sei punti da ottenere per arrivare a...

Monica Valendino

Non buttiamoci giù. Non si faccia i  « Furlans » criticoni che alla prima sconfitta iniziano a storcere il naso. Certamente il calcio è fatto di episodi e l’Udinese a Milano non li ha sfruttati: soliti gol sbagliati, quello di Hallfredsson con relativa parata di Handanovic al 92’ grida vendetta, ma anche una stanchezza che a 72 ore dalla gara con la Fiorentina si è sentita, magari più nella testa che nelle gambe, ma era inevitabile, anche se l’Udinese alla fine ha usato il cuore per uscire indenne da San Siro. Non ci è riuscita, ,a la sconfitta, a confronto di altre maturate quest’anno, è meno brutta, diciamo così.

Non si possono fare ragli, ma questo male oscuro che accompagna l’Udinese da inizio anno non poteva essere curato in un mese.

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DE CANIO si gioca comunque nelle ultime tre gare la conferma. In corsa ci sono anche Pioli, Stellone e Maran, ma il tecnico lucano ha dalla sua un gradimento plebiscitario da parte del pubblico bianconero. La società ne terrà conto. Pozzo sa bene che dopo tre stagioni incolori serve anche ridare entusiasmo, per cui starà attento in ogni decisione. « Sicuramente vogliamo finire bene anche per lui: si è messo al servizio della squadra, facciamo bene anche per lui », ha detto Felipe a dimostrazione che il gruppo è con il tecnico.

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LE CERTEZZE Per il prossimo anno, al di là degli arrivi, è facile immaginare chi non verrà confermato e chi verrà ceduto. Nel primo caso Romo, Lodi, Pasquale, Di Natale e Domizzi vanno in scadenza e non verranno rinnovati i contratti. Nel secondo, Karnezis, Heurtaux, Widmer e Badu sono i quattro uomini mercato, quelli che nonostante una stagione in chiaro scuro della squadra sono riusciti a emergere: non  è detto che vadano via tutti, ma le cessioni partiranno da qui. «Bruno Fernandes e Widmer? Pronti per una grande come l’Inter», ha detto De Canio.

Le certezze su cui ripartire sono Felipe, Danilo, Samir, Kuzmanovic, Hallfredsson, Thereau e Zapata, praticamente la colonna vertebrale della squadra. Mancano le fasce da sistemare e il contorno, con l’obiettivo primario di una punta che sappia andare anche oltre la semplice doppia cifra. Gabbiadini è il sogno, ma la squalifica di Higuain e la sua esplosione lo allontanano.

IL PRESENTE dice che mancano però tre gare dove l’Udinese deve cercare di raggiungere e superare la quota 41 fissata l’anno scorso e che costò a Stramaccioni la panchina nonostante una salvezza mai in discussione. Forse è questo il limite che De Canio è chiamato a superare prima di vedersi propor un contratto. Torino, Atalanta e Carpi, due gare in casa una fuori. Insomma un serie che sulla carta dovrebbe portare almeno 6 punti per convincere davvero tutti.

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DI NATALE Anche la gestione del caso Di Natale sarà determinante. La società è con il tecnico, ma qui entriamo in un campo minato. "Se viene a bussare alla mia porta, questa è sempre aperta: tutti siamo a sua disposizione perché lui abbia il giusto tributo, poi le decisioni dell'allenatore su chi mandare in campo nascono da altre valutazioni solo tecniche. La mia disponibilità è sempre stata totale, non l'ho mai messo fuori rosa e mai cancellato. Ho solo fatto capire che volevo certe cose. Raggiunto l'obiettivo, mi farebbe piacere che anche lui avesse voglia di partecipare, ma non dipende da me. La mia porta è aperta », ha detto il tecnico. Un’apertura importante, ma anche la palla che passa definitivamente al capitano.

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