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Udinese, una tappa per convincere e convincersi

L'Udinese a Genova contro la Samp deve trovare continuità dopo la splendida vittoria col Napoli e l'ottimo pari col Sassuolo. Per convincersi che il dopo Di Natale è davvero cominciato

Redazione

E’ trascorsa una settimana, ma un piccolo flashback corre ancora verso la scintillante prestazione dell’Udinese contro il Napoli. Si dira’ che il campionato continua, che la Sampdoria incombe, che il discorso salvezza e’ ben lungi dal considerarsi quale pratica archiviata.

Tutto vero, ma quanto mostrato dai ragazzi di De Canio la settimana scorsa e’ veramente cosa mirabile: siamo tutti d’accordo nel dire che una prestazione di quel livello mai si era vista negli ultimi tre anni. Sul fatto che Gigi De Canio stesse ridando serenita’ all’ambiente vi erano stati ampi segnali gia’ nel debutto del tecnico materano a Reggio Emilia contro il Sassuolo; ma una partita di fondamentale importanza per i destini del campionato, sia in testa che in coda, come quella contro gli azzurri, ha detto che l’Udinese si sta ritrovando, e sta man mano recuperando autostima, convinzione, gioco e soprattutto giocatori.

Che Thomas Heurtaux e Silvan Widmer, poco dopo l’inizio della stagione, avessero patito degli infortuni dai quali fosse necessario del tempo per rimettersi in sesto era un dato di fatto. Ma gridava vendetta la loro scarsa presa in considerazione una volta che era stata certificata la loro guarigione clinica. De Canio ha letteralmente recuperato sotto tutti i punti di vista questi due giocatori che parevano persi per la causa bianconera. Il francese e’ tornato ad essere un baluardo in difesa, l’elvetico contro il Napoli ha fatto vedere con esaltante continuita’ quello che gli si chiedeva da sempre: sgroppate sulla sua fascia di competenza e salto sistematico dell’uomo nell’uno contro uno.

Chiedere informazioni a Koulibaly e Ghoulam, non esattamente gli ultimi arrivati nella retroguardia del Napoli. Altro elemento che appare rigenerato dalla cura De Canio e’ sicuramente Bruno Fernandes. Il portoghese sembra anche lui essere sul punto di aver preso coscienza dei propri mezzi: se cosi’ non fosse, non si spiegherebbero la lucidita’ e la saldezza di nervi che gli hanno consentito una cosi’ pregevole esecuzione in occasione del 2-1 agli azzurri.

Nell’odierno match al “Ferraris” di Genova contro la Sampdoria il giovane lusitano sara’ assente causa squalifica: per uno tra i piu’ presenti in questa stagione tra le fila dei friulani, forse tirare un po’ il fiato puo’ costituire un fattore positivo. In Liguria, si diceva: inevitabile dire come in questo match l’Udinese cerchera’ conferme e nuove convinzioni. Dovesse uscire una prestazione sui livelli di domenica scorsa (di questi tempi pensare di andare oltre e’ un po’ difficile, ma mai dire mai) ci sara’ di che divertirsi. E non potra’ che uscirne fuori un risultato utile per il morale e la classifica, ma soprattutto, in un campionato nel quale l’Udinese, dopo prestazioni discrete che parevano far vedere la luce in fondo al tunnel, ripiombava nel piu’ grigio anonimato con partite da dimenticare, la sfida di Marassi ci dira’ se in buona sostanza il lavoro che De Canio sta operando all’interno della squadra e che e’ rivolto al recupero di un certo tipo mentalita’ e di un identita’ stia veramente arrivando a rapido compimento.

Nel bel mezzo di tutti questi bei propositi, c’e’ la Sampdoria, squadra che pur avendo investito molto in sede di campagna acquisti sia estiva che invernale, ha avuto un percorso di campionato caratterizzato un po’ dalle stesse ambasce emerse qui ad Udine, e che ora si sta piano piano tirando fuori dalla zona calda della classifica come dimostra il prezioso pari conquistato dagli uomini di Montella allo stadio “Franchi” di Firenze domenica scorsa. Nell’Udinese, la formazione anti-Samp e’ quasi fatta: un uomo duttile a centrocampo come Hallfredsson dovrebbe fare le veci di Fernandes, probabile panchina per Felipe dopo le noie muscolari degli ultimi giorni.

Si e’ detto che questa trasferta ligure sara’ utile all’Udinese per convincere e convincersi. E tra tante convinzioni, sono in molti a doversi rendere conto che –spiace doverlo sottolineare per un giocatore che e’ e restera’ monumento della storia calcistica friulana- tanti, troppi segnali fanno intendere come il lungo rapporto che ha legato Antonio Di Natale all’Udinese stia ormai giungendo ai titoli di coda. Se dev’essere, sia: ma in un film da Oscar quale e’ stato quello interpretato dal folletto napoletano sulla scena friulana, sarebbe giusto convincersi che oltre al classico “The end”, debbano sussistere tutti i piu’ ragionevoli presupposti per renderlo se non “happy", il meno amaro possibile.

Sergio Salvaro @MondoUdinese

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