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Udinese-Verona: Andrea Vs Andrea

Giornata numero 15 del campionato italiano di calcio di serie A, quella che per quest’anno solare 2014 segnerà il commiato dell’Udinese dai propri tifosi. E sarà un finale all’insegna del “botto”, solo calcistico, si intende, perchè...

Monica Valendino

Giornata numero 15 del campionato italiano di calcio di serie A, quella che per quest’anno solare 2014 segnerà il commiato dell’Udinese dai propri tifosi. E sarà un finale all’insegna del “botto”, solo calcistico, si intende, perchè al “Friuli” per il quale nel prossimo mese di gennaio ci si augura di veder terminata e consegnata la Curva Nord rimessa a nuovo, scenderà, per la disputa di un derby triveneto sempre molto sentito, l’Hellas Verona. Un match che vedrà sfidarsi due importanti realtà del Nord-Est italiano, dall’assetto societario solido, con le rispettive dirigenze pronte ogni anno a scovare talenti in giro per il mondo e a cullare legittime ambizioni per una classifica sempre piu’ bella. Sarà la sfida tra due allenatori fautori di un calcio il piu’ possibile propositivo, che condividono un passato, chi da giocatore, chi da allenatore, sia nell’Inter che nell’Udinese, e che, per combinazione, portano lo stesso nome di battesimo. Sarà dunque la gara di Andrea Stramaccioni opposto ad Andrea Mandorlini. In questo momento, guardando ai risultati, sta meglio l’Andrea bianconero: dopo un periodo di complessivo appannamento, la vittoria maturata nei secondi 45 di gioco in casa dell’Inter ha riportato grande serenità e fiducia nel clan friulano. Discorso opposto in riva all’Adige. Complici anche le numerose assenze per infortunio o squalifica, l’undici del presidente Setti è reduce da una serie di risultati negativi, ultimo lo stop interno imposto all’Hellas dalla Sampdoria, che hanno relegato i gialloblu’ nelle zone basse della graduatoria.

Coloro che alla fine dell’estate stilano le previsioni sulla potenzialità delle 20 pretendenti al tricolore, designavano il Verona come team attrezzato per ripetere la bella stagione passata che ha visto Luca Toni e compagni fallire solo nelle ultime giornate l’obiettivo di una qualificazione ai preliminari di Europa League. A differenza dell’Udinese targata Guidolin degli anni passati, che ben riusciva a mascherare le carenze che le continue cessioni avrebbero dovuto mettere a nudo nel corso delle stagioni, il Verona è parso depontenziato rispetto alla squadra di rango che nei primi giorni del 2014 sbancò al “Friuli” per 3-1. Quel giorno Toni tirò fuori una prestazione degna del suo titolo di campione del mondo del 2006, ma un contributo decisivo nella conquista dei tre punti per la squadra veneta lo diede il centrocampo di prim’ordine schierato allora da Mandorlini. Tradotto, Jorginho ed Iturbe, i pezzi da novanta ceduti a Napoli e Roma tra la sessione invernale e quella estiva del mercato, erano uomini in grado di fare la differenza.

Toni è rimasto, ma un po’ come nel caso di Di Natale, se un attaccante ha in generale bisogno di rifornimenti provenienti dalla mediana, ancor di piu’ si avverte la necessità che nel caso di una punta avanti con l’età calcistica sia in un certo modo la squadra tutta a sacrificarsi per un giocatore di quel tipo. E in tal senso i citati Jorginho ed Iturbe si rivelavano estremamente funzionali all’impianto di gioco ideato dal tecnico ravennate. Il quale non pare vivere un momento di tranquaillità: i risultati non arrivano ed i ben informati che gravitano nell’orbita scaligera sussurrano di contatti della dirigenza veronese con Francesco Guidolin. L’Udinese e Stramaccioni devono preoccuparsi poco del titolare attuale o futuribile della panchina degli avversari. Piuttosto, in nome dell’attaccamento ai colori bianconeri reso manifesto da un raggiante Stramaccioni al termine del match di domenica sera, e per migliorare ancor piu’ sensibilmente una classifica che vede fin d’ora l’Udinese aver raccolto piu’ punti che nell’intero girone d’andata della scorsa stagione, i bianconeri devono badare a giocare un match dove si noti buon calcio sviluppato dalle zebrette per 90 minuti, e non solo per spezzoni di partita.

Guai poi se si ripetesse il clichè di Inter-Udinese della scorsa settimana, con l’Udinese nei panni dell’Inter ed il Verona in quelli dell’Udinese dell’ultima esibizione a San Siro. Vale a dire: guai a pensare al Verona come ad una squadra in piena crisi ed incapace di risollevarsi, nemmeno quando i bianconeri dovessero trovarsi avanti nel punteggio. Se escludiamo i fatti delle ultime ore con la Guardia di Finanza a fare irruzione negli uffici dell’Udinese calciio e a casa Pozzo, la settimana dei friulani, sotto un profilo squisitamente calcistico, è trascorsa tranquilla e, accanto alla vittoria in rimonta sull’Inter, ha dato una grossa carica di fiducia il rientro in gruppo di Luis Muriel, che dovrebbe essere nuovamente convocato da Strama e figurare a disposizione quantomeno per entrare a partita in corso. Ecco i probabili ventidue che domani pomeriggio dovrebbero scendere in campo dall’inizio agli ordini dell’arbitro Sebastiano Peruzzo di Schio.  Andrea Stramaccioni sembra orientato a confermare l’undici di partenza proposto contro l’Inter, con Orestis Karnezis in porta, Thomas Heurtaux, Danilo ed Ivan Piris interpreti della rediviva difesa a tre; centrocampo a cinque con Silvan Widmer, Emmanuel Badu, Guillherme, Allan e Giovanni Pasquale, poi Bruno Fernandes trequartista in appoggio a Totò Di Natale. Il Verona e Mandorlini rimangono fedeli al canovaccio tattico caro all’allenatore romagnolo, un 4-3-3 dove davanti a Rafael i difensori saranno Rafael Marques, Vangelis Moras, Guillermo Rodriguez e Alejandro Gonzalez, il centrocampo sarà composto da Gustavo Campnharo, Panagiotis Tachtsidis ed Emil Halfredsson, a pungere in avanti ci penseranno Alessandro Agostini, il capitano Luca Toni ed il grande ex di giornata, quel Nico Lopez che piu’ di qualcuno vedrebbe bene qui in Friuli ora che la prima linea bianconera sembra non disporre di cosi’ tante frecce al proprio arco.

Vediamo dunque come si concluderà questo derby, se riuscirà a dispensare sorrisi ad Andrea da Roma, consegnandoli una squadra finalmente continua e pienamente consapevole dei propri mezzi, o se la vittoria arriderà all’Andrea di Romagna, il cui morale non sembra essere alle stelle come nell’estate del 2011, quando il mister del Verona rivelo’ la propria simbiosi con la tifoseria scaligera intonando cori-sfottò a ricordo dei play-off di Lega Pro vinti a spese della Salernitana. Di acqua ne è passata sotto i ponti, l’Hellas ha saputo riconquistare la A e scoprirsi grande, per poi subire un ridimensionamento all’inizio di questa stagione con conseguente messa in discussione del proprio tecnico che, malgrado gli addetti ai lavori smentiscano, ad Udine si gioca una buona fetta del proprio futuro.

"Sergio Salvaro

©Mondoudinese

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