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Udinese, vietato deprimersi

La vittoria contro il Milan sembrava aver restituito all'Udinese l'identità perduta, ma con il Chievo soliti errori e vecchi difetti. Qual è la vera Udinese?

Massimo Liva

La vittoria di San Siro era stata accolta (giustamente) da buona parte dei tifosi con entusiasmo ma anche con la necessaria prudenza considerato che dall’Udinese di queste ultime stagioni è lecito aspettarsi di tutto. Come volevasi dimostrare con il Chievo è arrivato un ko casalingo di quelli che fanno male, due gol subiti nei minuti finali che definire imbarazzanti è un complimento, un secondo tempo in costante sofferenza da parte dei bianconeri che però in un modo o nell’altro erano riusciti a resistere e a mantenere il vantaggio fino a circa dieci minuti dal termine. Se la gara si fosse conclusa con una vittoria di misura dell’Udinese, la squadra di Iachini sarebbe stata seconda in classifica ad un solo punto dal Napoli capolista ed i commenti finali magari sarebbero stati molto diversi, nonostante di bel gioco se ne fosse visto ben poco.

Certo con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, il Chievo non ha rubato niente, ha evidenziato le solite lacune ed i limiti di una retroguardia quella bianconera sempre in costante sofferenza. La squadra di Maran è gruppo collaudato e d’esperienza, non è un caso che l’ingresso nel finale di due attaccanti come Floro Flores e Pellissier abbia creato molto imbarazzo alla difesa dell’Udinese, rivelandosi mossa decisiva ai fini del risultato finale.

Le due vittorie consecutive ottenute con Empoli e Milan avevano riportato un pò di serenità nell’ambiente e maggiore consapevolezza nei propri mezzi, ed è innegabile che dopo la vittoria di San Siro i giudizi su mister Iachini fossero di un certo tipo mentre dopo la debacle casalinga contro il Chievo siano di genere opposto, nel calcio funziona così, anche se in certe situazioni servirebbe maggior equilibrio nei commenti. Si è passati dal definire il tecnico dell’Udinese bravo, umile e coraggioso per aver cambiato finalmente modulo tattico ,a giudicarlo inadeguato e non all’altezza per qualche sostituzione a dir di qualcuno errata effettuata nel match di domenica scorsa. Come sempre la verità sta nel mezzo, Iachini sta lavorando in una certa maniera, consapevole del grande lavoro che lo attende, serve tempo e pazienza considerando che non ha la bacchetta magica e che la stagione è solo all’inizio. Quello che preoccupa è che i difetti di questa squadra siano sempre gli stessi, l’Udinese ammirata a Milano sembrava aver recuperato l’identità perduta, la gara era stata gestita con ordine e disciplina tattica, certo di bel gioco se n’era visto poco ma il match contro il Milan era stato disputato seguendo un filo logico ben preciso, a differenza di ciò che è successo contro il Chievo.

Al Friuli arriva la Fiorentina di Sousa reduce dalla preziosa vittoria contro la Roma di Spalletti e per questo in uno stato psicologico opposto rispetto ai bianconeri. Gara da non fallire per l’Udinese, uscire sconfitti per la seconda volta consecutiva tra le mura amiche rappresenterebbe una mazzata non indifferente e farebbe crollare anche quelle poche certezze costruite finora.

La fortuna non aiuta sicuramente Iachini, gli infortuni prima di Samir, poi di Widmer ed infine di Hallfredsson rendono il momento ancora più complicato ma l’Udinese ha tutte le carte in regola per battere la Fiorentina e rialzarsi subito anche perché la classifica è ancora molto corta.

Contro i viola l’Udinese dovrà convincere e dimostrare di essere una squadra nel vero senso della parola, cosa che fino a questo momento ha mostrato solo a tratti. Il riscatto passa per il Friuli, è vietato deprimersi.

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