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Una domenica bestiale, anzi terribile

La marcia di avvicinamento a questa delicatissima sfida-salvezza tra Udinese e Genoa la definiamo terribile. Una settimana tutta da dimenticare per i bianconeri che a questo punto hanno un solo obiettivo davanti: fare punti!

Redazione

C’e’ stato un tempo, piu’ o meno a cavallo del periodo nel quale cominciava a prender corpo quell’Udinese guidata da Enzo Ferrari dei vari Causio, Mauro e Gerolin che sarebbe piu’ in la’ diventata l’Udinese di Zico, nel quale un ancor zazzeruto ed ai piu’ sconosciuto Fabio Concato ci parlava, in uno dei suoi brani divenuti piu’ famosi, della spensieratezza di un di’ di festa reso radioso da una bella gita fuori porta fatta in dolce compagnia.

Una domenica cosi’ piena e gioiosa da essere definita, in senso positivo, “bestiale”. La domenica che attende invece l’Udinese di oggi potrebbe essere bestiale, ma con accezione opposta a quella del titolo della canzone, se dalla trasferta ligure da affrontare al cospetto del Genoa non dovessero arrivare punti.

La marcia di avvicinamento a questa  delicatissima sfida-salvezza la definiamo invece, senza mezzi termini, terribile. Non fosse bastata la sconfitta interna contro il Bologna, infarcita dalle ormai notorie recriminazioni del dopopartita (pretestuose, se in un contesto globale si considera che i friulani hanno il peggior attacco della serie A assieme all’Hellas Verona), e la conseguente decisione di mandare tutti in ritiro a Gradisca d’Isonzo, a rendere terribile il quadro ci si e’ messo l’annullamento dell’amichevole di preparazione al match di Marassi che si sarebbe dovuta disputare contro i ceceni del Terek Groznyj. Un team la cui citta' di provenienza, fin dagli aspetti legati alla toponomastica, cela in se qualcosa di tremendo: ricordiamo infatti che la parola groznyj in lingua russa significa appunto terribile.

Terribile e’ stata la scelta di venir meno all’impegno preso con i ceceni, e, se e’ vera la motivazione data per la cancellazione, significa che all’interno dell’entourage bianconero domina la paura, la paura anche del piu’ lieve infortunio capace di mettere fuori causa qualche elemento importante della rosa. Potra’ anche essere vero, ma la situazione viene aggravata, oltre che dalle insicurezze che fin dalla vigilia vengono mostrate in faccia all’avversario che ti aspetta, dal fatto che dall’esterno si ha la sensazione di non capire piu’ chi, nei quadri dirigenziali friulani,  abbia davvero in mano le effettive leve del comando di un sofisticato congegno andato letteralmente in tilt, visto che si arriva a fare repentina marcia indietro sulla disputa di un amichevole gia’ programmata e viste le motivazioni addotte per questo “incidente” che non e’ certo di poco conto sotto il profilo della diplomazia calcistica per la figuraccia rimediata di fronte ai ceceni. Oltretutto, analizzando con scrupolo i messaggi riportati dopo questo sgradevole episodio, cio’ che sembra passare e’ che, non soltanto in prospettiva Genoa, guai a riportare defezioni impreviste in qualsiasi reparto. A quel punto, pero', la domanda sorge spontanea: nonostante le correzioni in corsa apportate nel corso del mercato di gennaio, la coperta continua a rivelarsi troppo corta? Incredibile davvero.

La partita di questo pomeriggio conta, eccome se conta, nel contesto della lotta per la permanenza in serie A. Da Genova, sponda rossoblu, si fa pretattica, dicendo che sarebbe gia’ molto importante non perdere. Pretattica o forse un modo di vedere le cose un po’ piu’ a mente fredda rispetto a domenica pomeriggio, quando nel dopo-gara dell’impegno che ha visto il Grifone uscire sconfitto ad opera del Milan, mister Gasperini affermava con fermezza che il Genoa, nelle prossime quattro gare, ha a disposizione tre turni casalinghi per sistemare la propria classifica. Se l’Udinese, per come e’ strutturata attualmente, ha davvero i mezzi per tirarsi fuori dall’ingarbugliata situazione nella quale essa stessa e’ andata a ricacciarsi, lo sapremo chiaramente fin da questo pomeriggio.

Un risultato positivo, che necessariamente dovra’ saltar fuori da una partita giocata con intelligenza anche sotto il profilo nervoso, data l’importanza della posta in palio, e’ l’unico antidoto sia per dare un po’ di ossigeno alla classifica che per evitare inutili recriminazioni, per le quali non c’e’ e non ci sara’ piu’ tempo ne’ spazio. Un’ultima parola per i tifosi, che, malgrado l’atmosfera sempre piu’ cupa che si trovano a dover respirare, seguiranno in duecento la squadra del cuore. In una situazione che e’ sull’orlo del baratro, senza voler apparire troppo enfatici ne’ inclini al catastrofismo, ma semplicemente realistici, i supporters bianconeri porteranno con se in Liguria quel poco di tipicamente friulano che sembra essere rimasto intorno a questo club: parola d’ordine, mai mollare. E se Genova con avversario la squadra piu’ antica d’Italia significa, per l’Udinese, ricordare la prima doppietta di Zico in serie A o lo scoppiettante 4-2 del 2011 con in panca Guidolin che fece parlare del team friulano come di un piccolo Barça, non ci si deve scordare del soffertissimo 0-0 della stagione 1989-90, ottenuto grazie alle prodezze in porta di un Garella quel giorno sugli scudi. Punto che poi, al tirar delle somme a fine stagione, non basto’ per la salvezza dei bianconeri. Non sappiamo che tipo di effetto potrebbe avere quest’oggi la mera conquista di un pari: ma di sicuro, perdere potrebbe avere un effetto inimmaginabile, bestiale, anzi, terribile.

 

Serio Salvaro @MondoUdinese

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