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Zico: Allenare? Prima, però, penso a tornare a Udine con mia moglie

"Se qualcuno mi offre una panchina io ci sono. Prima, però, penso a tornare a Udine con mia moglie. E mi creda, non vedo l’ora di essere di nuovo là"

Redazione

Lunga inteervista di Zico alla Gazzetta dello sport in vista del suo ritorno in Italia. «Provo una grande emozione, perché anche se mi sono fermato soltanto due stagioni, tra il 1983 e il 1985, Udine e i friulani mi sono rimasti nel cuore. Non finirò mai di ringraziare gli amici del club di Orsaria, che espongono sempre uno striscione con il mio nome e l’Udinese che mi ha invitato per la festa dei suoi centoventi anni».

Ha visto l’ultima partita dell’Udinese? «Per fortuna no, visto che ha perso. Faccio sempre il tifo per l’Udinese, ma in Brasile si vedono poche partite di Serie A. In India, invece, dove ho allenato fino a dicembre, era troppo tardi quando trasmettevano gare del campionato italiano. Così ho visto soltanto Udinese-Inter e ricordo che l’Udinese non meritava di perdere. Per questo non posso esprimere giudizi sui giocatori. Domenica, quando vedrò Udinese-Sassuolo, mi farò un’idea più precisa».

Così, tra l’altro, vedrà il nuovo stadio. «Sono sicuro che mi piacerà. Questo è il futuro, anche in Brasile stanno ristrutturando gli stadi, togliendo la pista atletica che allontana i tifosi dal campo».

Quali sono i suoi ricordi più belli legati a Udine? «L’affetto dei tifosi, in campo e fuori, che mi hanno trattato come uno di casa e poi il rapporto coi compagni. Sono stato bene con tutti: Mauro, Miano, Galparoli, Gerolin, Virdis, il mio connazionale Edinho e poi De Agostini e Causio, i due con i quali sono sempre in contatto e vedrò sabato. C’erano tanti buoni giocatori ed è un peccato non aver vinto di più».

Che cosa è mancato per il salto di qualità? «La squadra era buona, ma mancavano il gruppo e la mentalità. Ricordo che dopo aver battuto in amichevole il Real Madrid, qualcuno si spaventò perché temeva che la gente ci avrebbe chiesto lo scudetto. Ma io avevo lasciato il Flamengo, che vinceva tutto, per vincere anche con l’Udinese. Eravamo partiti bene, poi Dal Cin che aveva costruito la squadra andò all’Inter, il presidente aveva poca esperienza e così, invece di migliorare, nel secondo anno siamo peggiorati».

 

Per concludere, quale sarà il futuro di Zico? «Ho smesso di allenare in India, per adesso mi dedico ai nipoti e alla mia scuola calcio a Rio. Faccio il commentatore per la televisione, ma se qualcuno mi offre una panchina io ci sono. Prima, però, penso a tornare a Udine con mia moglie. E mi creda, non vedo l’ora di essere di nuovo là».

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