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Zico ricorda: “Causio non si arrabbiava, ma in Italia erano abituati a fare 1vs1”

"Credo che il lavoro dei padri, verso i bambini che oggi mi applaudono, è stato fatto bene. Loro non mi conoscevano all'epoca"

Redazione

Zico è intervenuto anche a Sky per la sua festa a Udine (rovinata dai bianconeri). "Stare insieme ai tifosi, a tutti questi tifosi, è stato fantastico, indimenticabile. Dopo 30 anni tornare qui e vedere questo entusiasmo diventa una grande emozione, perché significa che ho fatto un bel lavoro. Credo che il lavoro dei padri, verso i bambini che oggi mi applaudono, è stato fatto bene. Loro non mi conoscevano all'epoca".

Sull'incontro con Di Natale: "Ha preso un caffè insieme a me, è venuto in albergo, mi ha fatto piacere".

Poi altri aneddoti: "Mauro era uno che mi faceva far gol, dribblava tutti, subiva il fallo e io la mettevo in porta su calcio di punizione. Il mio segreto era il piede di appoggio, sempre con l'interno. Quando sono arrivato in Italia ho cambiato. Quante ne ho segnate? Quasi 100. Chi mi somiglia di più? Messi è uno che qualche volta segna (ride ndr). In Brasile non c'è nessuno, l'ultimo è stato Rogerio Ceni, un portiere, ora è diventato allenatore. Abbiamo pochi giocatori che tirano calci di punizione, non so perché".

Altro aneddoto: "Causio non si arrabbiava, ma in Italia erano abituati a fare 1vs1. Io mi allenavo tanto, preferivo tirare direttamente. Ero abituato. Dopo aver imparato bene mi allenavano tre volte a settimana, poi in campo era più facile".

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infine sull'9nvasione cinese:  "Non è facile - ammette Zico sempre su Sky Calcio Club - il calcio italiano è particolare, bisogna capirlo bene. E' un'avventura per i cinesi, sono totalmente diversi dai giapponesi. Quest'ultimi, in tutte le attività, hanno una certa visione, mentre i cinesi stanno vivendo un gran momento economico. Calcisticamente sono molto indietro di tanti altri paesi dell'Asia però, l'investimento di prendere tanti giocatori di qualità ok, ma se il calcio locale non cresce diventa difficile. Chi va lì dà un grande contributo, sicuramente. Col ritorno di Lippi può venir fuori un nuovo ciclo e un nuovo adattamento dei cinesi al calcio italiano"

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