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Continua il passo del gambero

Demotivata, inconcludente, l’Udinese viene castigata da Mchedlidze: zero punti nel 2017

Redazione

Apertura del Messaggero Veneto co l'analisi di Empoli-Udinese

Se questa è la giostra dell’Udinese, è meglio scendere. Nel gelo del Castellani, mentre la tramontana riprendeva a spazzare lo stadio ormai sguarnito, lo ripeteva a suo modo anche quel centinaio di tifosi friulani che aspettava per sfollare dalla curva: «Mille chilometri per vedere questo schifo». Come dargli torto? D’accordo che l’Empoli ultimamente lascia davvero poco per strada, ma i colori bianconeri stanno sbiadendo in modo preoccupante. Dopo il harakiri con l’Inter, dopo la mezza partita con la Roma, ecco un kappaò dove una squadra con delle motivazioni avrebbe dovuto raccogliere qualcosa. Floscia in attacco, senza il vero Thereau (non quello che si spegne dopo mezz’ora come un telefonino tarocco, come è successo anche ieri), l’Udinese di Empoli ha mostrato delle crepe anche sotto il profilo della mentalità, un particolare preoccupante per una realtà che è al centro di un progetto che dovrebbe farla crescere da qui alla fine della stagione in prospettiva futura. Succede, così, che Zapata pare avere addosso già un’altra maglia e digerisce male la decisione di Delneri di dare una mezz’ora buona a Perica che, tuttavia, a dispetto delle dichiarazioni dell’ultima domenica, dimostra di essere davvero acerbo tatticamente. Il croato sa essere per il momento soltanto un elemento di “rottura’’ più che un centravanti di serie A a tutto tondo. Così nel primo tempo l’uniche ventate bianconere arrivano dalla Boema, grazie a Jankto che Delneri ha deciso di confermare sul centrosinistra, lasciando fuori così Kums, visto che Hallfredsson è piazzato davanti alla difesa in quello che è un 4-1-4-1 che fa le veci dell’annunciato (e più semplicistico) 4-3-3.

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