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Corsport: Ali Adnan, «Pronto a tutto per il mio Iraq»

Ampio spazio all’Udinese che sfida la Roma anche sul Corsport, che intervista Ali Adnan. Ali Adnan, ci racconti la sua esperienza in Italia «L’Italia un paese fantastico, sto vivendo un’esperienza molto positiva. Il mio ambientamento...

Monica Valendino

Ampio spazio all'Udinese che sfida la Roma anche sul Corsport, che intervista Ali Adnan.

Ali Adnan, ci racconti la sua esperienza in Italia

«L’Italia un paese fantastico, sto vivendo un’esperienza molto positiva. Il mio ambientamento migliora di giorno in giorno, sia per quanto riguarda la mia professione che per la vita di tutti i giorni. Penso che andrà sempre meglio. I miei compagni, gli amici e naturalmente la società mi supportano in questo processo di adattamento. Sono molto soddisfatto».

 Appena arrivato all’Udinese ha subito conquistato un posto da titolare.

«Mi sono messo a disposizione dell’allenatore dal primo giorno. Sono arrivato molto motivato e sono contento dello spazio che il tecnico mi ha dato finora. Lavoro per ripagare la sua fiducia partita dopo partita. Sono giovane e ho molto da imparare, per questo mi impegno molto. La concorrenza in squadra è forte, ma la vivo come uno stimolo e così è per i miei compagni . Questo ci permette di essere sempre tutti sulla corda, pronti ad essere utili quando il tecnico ci chiede di scendere in campo».

 Qual è il suo impegno in favore dell’Iraq?

«Per il mio paese sono pronto a fare qualsiasi cosa. L’Iraq è un paese straordinario con dei problemi da risolvere. Il paese e il popolo iracheno meritano di trovare la pace e la stabilità. Attualmente come calciatore professionista ho la possibilità di esportare il nome dell’Iraq in Europa facendo parlare d’altro. E’ bello che la gente scopra che l’Iraq non è solo guerra, ma un paese con risorse straordinarie tra cui giovani atleti in grado di misurarsi con realtà sportive difficili e impegnative come il calcio professionistico italiano».

Con l’integrazione religiosa in Italia a che punto siamo? Lei si è ambientato bene?

«L’Italia è un paese molto ospitale e rispettoso delle culture, tradizioni e religioni altrui. Non ho avuto alcuna difficoltà e non avverto alcun pregiudizio o atteggiamento ostile nei miei confronti».

 

 

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