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Gazzetta, Felipe: I tifosi vogliono attaccamento, li capisco

Felipe è oramai un leader dello spogliatoio dell'Udinese oltre che un senatore e oltre che friulano d'adozione: per questo lui che conosce questa gente sa cosa vuole e chiede

Redazione

Felipe è l'uomo immagine da presentare in occasione di Udinese-Juve sulle pagine della Gazzetta dello Sport.

«Mi tolgo i sassolini. A Firenze Prandelli mi faceva giocare terzino, ma giocavo. Andato via lui, Corvino, il d.g. di allora, mi disse che dovevo andarmene. Dissi di no, ci fu un lungo braccio di ferro. Lui urlava, io lo invitavo a stare calmo. Ma forse, più che con lui, ho patito quando ho lasciato Udine, è stato il momento peggiore, Marino non mi faceva giocare. Poi i guai di Parma». 

Finisce all’Inter e Mancini le regala 4 gettoni, ma all’ultima a San Siro con l’Empoli si fa male. 

«Non riuscivo a trattenere le lacrime. Resistetti 10 minuti, un contrasto con Mchedlidze, poi dovetti abbandonare. Non volevo. Ma quei quattro mesi all’Inter mi hanno ridato l’autostima, mi hanno fatto risentire un calciatore e fatto capire che posso stare in una big. Ho dato attenzione ai particolari, all’alimentazione. Grazie Mancini». 

Ora lei è anche il nuovo leader dello spogliatoio. Dopo il k.o. col Carpi ci ha messo la faccia. 

«Mi vergognavo, che partitaccia. Non ho dormito fino alle 3 e mezzo. E poi mi sono sentito in dovere di chiedere scusa ai friulani, gente vera che fa tanti chilometri per noi. Ne abbiamo parlato con i compagni. Abbiamo sbagliato a Modena, ma c’era tanta rabbia». 

Cosa vogliono i friulani? 

«I tifosi vedono giocatori andare e venire in uno sliding doors continuo e vogliono l’attaccamento alla maglia. Li capisco. La friulanità è sentita, e capisco tutta la lingua». 

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