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Il Gazzettino, Pozzo Jr: Forse interverremo in mezzo e in attacco

Lunga intervista a Gino Pozzo a Il Gazzettino. Il figlio del Paron, l’uomo mercato dell’Udinese, ha raccontato idee e progetti immediati Qual è il suo modello di gestione? «Cercare un progetto sostenibile a medio e lungo termine,...

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Lunga intervista a Gino Pozzo a Il Gazzettino. Il figlio del Paron, l'uomo mercato dell'Udinese, ha raccontato idee e progetti immediati

Qual è il suo modello di gestione?

«Cercare un progetto sostenibile a medio e lungo termine, controllo della gestione, attenzione alle spese, autosufficienza del club. Non c’è nessun socio che ricapitalizza, nessun socio che mette in pericolo la società. Abbiamo visto cosa è successo a Parma, dove se non si prosegue a investire cade tutto. Corretta gestione e creazione di valore aggiunto legato alla valorizzazione dei giovani talenti. E’ il risultato sul campo che crea valore aggiunto».

Ma il "Friuli" è un patrimonio dell’Udinese.

«No, è un patrimonio di Udine. Non ce lo possiamo portar via. Nell’immediato non c’è un impatto positivo nel bilancio, ma ci porterà qualche punto in più, creerà una serie di sinergie positive con i nostri tifosi. Creerà effetti virtuosi dal punto di vista ambientale e i talenti saranno attratti maggiormente. A Granada lo stadio è ottimo, di proprietà comunale, ma noi abbiamo costruito un centro sportivo moderno, a Watford c’era già tutto».

Come funziona la sinergia tecnica fra le tre società?

«L’Udinese è il modello più conosciuto e consolidato nella ricerca dei giovani talenti. Il Granada ci serviva per utilizzare i giocatori in più e per sfruttare la normativa sugli extracomunitari, che in Spagna non ha restrizioni. I giocatori che abbiamo inviato sono stati determinanti per la promozione nella Liga, ma non c’è stata crescita a Granada dei nostri giocatori. Karnezis, ad esempio è stato valorizzato a Udine, comunque possiamo fare di più in questo senso. Il Watford è stato acquisito anch’esso per valorizzare i giocatori in soprannumero e ora è in Premier, con altri investimenti e situazioni tecniche. Non è facile l’interscambio, ci sono tre realtà diverse, obiettivi diversi, ma in comune c’è la condivisione dello scouting, della ricerca dei giovani talenti. Ma anche in questo caso siamo in continuo miglioramento e le sinergie aumenteranno, soprattutto dal punto di vista gestionale».

Su quali giovani punta quest’anno?

«Ce ne sono tanti, ma occorre avere pazienza, non tutti arrivano a esprimere subito il loro potenziale, ci sono molti fattori da considerare. Abbiamo molti talenti. Adesso spetterà al nuovo allenatore in questo mese selezionare quelli che sembrano più pronti, gli altri li manderemo a maturare altrove. Per esempio Nico Lopez, ha grandissime potenzialità, ma in quel ruolo è un po’ chiuso, lui ha bisogno di giocare con continuità... Poi ci sono Evangelista, Aguirre Adnan, Perica.. Per quest’ultimo, il discorso è particolare, una punta centrale ha tempi diversi; pensate a Bierhoff, l’abbiamo preso a 26 anni, prima non aveva fatto granché. E Bubnjc, finora ha giocato pochissimo, ma sta dimostrando grandi cose. tanto per citare solo qualcuno i tantissimi».

E l’Udinese?

«Credo che la squadra sia vicina a un organico completo, per ora aspettiamo le scelte dell’allenatore per definire la rosa dei 25, poi penseremo a un aggiustamento di mercato. Per esempio Fernandes sta dimostrando continuità. Abbiamo giovani interessanti e uomini d’esperienza, da Danilo a Pinzi. Forse interverremo su centrocampo e attacco».

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