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Il Gazzettino: Totò fa 38, gli auguri dei grandi

Auguri a Totò Di Natale anche sulle pagine de Il Gazzettino. «Totò mi diverte sempre. È un artista del calcio come pochi, è un raffinato goleador». Nel giorno del “Di Natale Day”, anche uno dei più grandi attaccanti a livello...

Monica Valendino

Auguri a Totò Di Natale anche sulle pagine de Il Gazzettino.

«Totò mi diverte sempre. È un artista del calcio come pochi, è un raffinato goleador». Nel giorno del "Di Natale Day", anche uno dei più grandi attaccanti a livello mondiale come era considerato negli anni Sessanta, Sandro Mazzola (116 gol in campionato con l'Inter con cui ha vinto tutto), si unisce a coloro (sono numerosissimi) che fanno gli auguri al capitano dell'Udinese per i 38 anni che festeggia oggi. «I suoi capolavori sono un inno al calcio, i complimenti gli spettano di diritto - ha continuato Mazzola - Anche l'ammirazione del mondo del calcio».

Quali sono i segreti della longevità di questo campione esploso in ritardo? «L'amore e la passione verso questa professione. La sua serietà, il fisico sempre integro, oltre che la sua immensa classe. Ma se non sei un atleta professionalmente esemplare, che sa sacrificarsi, non giochi in serie A a 38 anni, ti fermi molto prima. D'accordo, il campionato italiano non è più quello di 40 o 50 anni fa, ma Di Natale va considerato uno dei grandi del nostro calcio nel dopo guerra. Purtroppo fa parte di una schiera di campioni in estinzione. Sono rimasti in pochi: lui, Totti, Toni e Pirlo che portai io all'Inter 17 anni fa, a tenere in piedi il calcio nostrano nel momento in cui spopolano gli stranieri a scapito dei giovani italiani. Proprio di recente ho seguito una gara in cui c'erano in campo venti atleti provenienti da federazioni estere. Lunga vita a Totò dunque, farà ancora bene, non ci sono dubbi, il modo con cui svolge la sua professione e la sua tecnica sono garanzie assolute. Naturalmente segnerà ancora, vedrete, migliorerà ulteriormente il suo straordinario record di reti. Ne ha fatte 208, tantissime, io sono arrivato a 116, ma ai miei tempi era molto più difficile segnare, si marcava a uomo, c'era il libero...».

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