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La Repubblica: Di Natale il nonno del gol ora punta Meazza e Altafini

Anche La Repubblica dedica un approfondimento su Totò Di Natale ricordando molti aneddoti: “Da Montella a Baggio, puntando Meazza e Altafini. Un viaggio attraverso la storia del calcio quello di Totò Di Natale, 38 anni da compiere tra...

Monica Valendino

Anche La Repubblica dedica un approfondimento su Totò Di Natale ricordando molti aneddoti: "Da Montella a Baggio, puntando Meazza e Altafini. Un viaggio attraverso la storia del calcio quello di Totò Di Natale, 38 anni da compiere tra nemmeno sei mesi e impegnato in un braccio di ferro con il tempo che di fronte a lui sembra piegarsi.Nel campionato dei vecchietti, in cui Toni, a pochi giorni dai 38 anni, sfida Tevez per la corona di bomber, in cui Klose a un mese dalle 37 primavere trascina la Lazio al secondo posto e Totti a quasi 39 s'arrabbia per due panchine in fila, la copertina la merita certamente Antonio, napoletano di Empoli, divenuto leggenda a Udine.

L'articolo prosegue raccontando il presente e il futuro: "(...) I piedi però sono rimasti gli stessi, i gol sono persino aumentati: la maturità sportiva per Totò è arrivata tardi, a 32 anni. Fino a quel momento nell'élite del calcio italiano aveva segnato, ma non tantissimo: 73 gol in sette campionati. Poi il boom: 103 reti in 4 stagioni tra il 2009-2010 e il 2012-13. Oggi è al nono campionato consecutivo in doppia cifra. E nonostante l'impietosa carta d'identità Totò non ha alcuna intenzione di fermarsi. Al punto che nonostante l'addio annunciato all'Udinese a fine stagione, dopo undici campionati segnati da 188 reti, ha già fatto sapere che continuerà. Anche a costo di dover interrompere la favola bianconera che lo ha portato a dire di no alla Juventus, nel 2010, pur di poter continuare a difendere il suo regno Friulano.

(...) Bisogna riavvolgere il nastro della storia fino ai primissimi anni Novanta: Totò è all'Empoli dove è arrivato dalla scuola calcio di Castello di Cisterna, vicino Pomigliano d'Arco, casa sua. Una notte scappa, la nostalgia della famiglia, dei cinque fratelli, è troppo forte. Proprio Montella, che in quell'Empoli iniziava a sbocciare, in quel ragazzo con le sue stesse origini, proveniente dalla sua stessa scuola calcio e appena 3 anni più piccolo, rivede se stesso: va a prenderlo alla stazione, gli offre di dividere con lui la stanza della casa di una famiglia di Empoli in cui viveva l'ex Aeroplanino. Insomma, lo convince a non mollare. Totò resta a Empoli dove conosce al moglie Ilenia e nascono i figli Filippo e Diletta, da lì decolla verso la serie A. E da quel giorno, festeggia i gol come l'amico a cui deve molto, mimando il volo dell'aereoplano. (...), anticonformista tanto da non dedicare i gol a moglie e figli "perché lo fanno tutti", persino pigro abbastanza da non cambiare i pannolini ai suoi piccoli. Ma generoso - già 7 assist in campionato - oltre che efficiente sotto porta. E ora, con 206 gol, anche immortale".

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