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Messaggero Veneto: La strana parabola di Lodi: da uomo chiave a scaricato

Un anno fa portò fuori dalle secche del fondo classifica la banda Colantuono adesso è ai margini del progetto e a gennaio cambierà sicuramente aria

Redazione

Approfondimento del Messaggero Veneto su Lodi.

 Un anno fa, di questi tempi, Francesco Lodi era l’uomo guida dell’Udinese. Con il suo arrivo a fine settembre la squadra allenata da Francesco Colantuono aveva cambiato marcia arrivando a quota 25 alla vigilia della sciagurata trasferta di Carpi (ultima d’andata). Con lui su dodici partite (era rimasto fuori solo contro la Roma) l’Udinese aveva perso solamente tre volte. Poi nel 2016 la squadra cominciò a sbandare, Colantuono venne sostituito con De Canio che davanti alla difesa scelse la fisicità di Kuzmanovic. Lodi tornò utile solo nelle ultime due giornate: a Bergamo quando “Kuz” si infortunò, e con il Carpi nel giorno del saluto a Di Natale, Pasquale e Domizzi. Contratto. Forte del nuovo accordo firmato a marzo fino a giugno 2017 con opzione al 2018, il giocatore è ripartito pieno di buoni propositi in estate. Kuzmanovic non era stato riscattato e in panchina era arrivato quel Beppe Iachini con il quale aveva già lavorato giovanissimo ai tempi del Vicenza. Lodi gioca titolare tutte le gare di precampionato, poi all’esordio a Roma finisce in panchina e disputa gli ultimi 11 minuti. Saranno gli unici, sin qui, della stagione. Fa da spettatore anche con l’Empoli, Gino Pozzo gli propone un trasferimento in extremis al Leganes, società di Madrid appena promossa per la prima volta in 88 anni di storia nella Liga, ma lui dice di no. Contemporaneamente via Watford arriva a Udine Sven Kums. E per Lodi è di fatto la fine della sua esperienza bis in Friuli. 

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