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Messaggero Veneto: L’importante era fare il pieno

Due i rigori a favore:sul primo il francese esorcizza il ricordo del Mago col cucchiaio

Redazione

L'apertura del Messaggero Veneto sulla vittoria dell'Udinese.

Tutto è bene quel che finisce bene: ci vuole anche Shakespeare per raccontare il pranzo della domenica dell’Udinese, tre portate contro il piatto unico del Pescara, anche se i bianconeri ne hanno ordinati un paio a “prezzo fisso”, visto che due gol (il primo e l’ultimo) sono arrivati su calcio di rigore. Ma è inutile andare per il sottile, la crisi di zuccheri – carburante per la classifica – era chiara, bisognava mettere sotto i denti qualcosa e Delneri ha accettato volentieri questa vittoria, al di là della qualità della manovra che non è ancora quella che veniva prodotta da queste parti solo tre-quattro anni fa, quando in panchina c’era padre Francesco Guidolin, ieri in tribuna nelle vesti di spettatori ma stavolta con il ct dell’Albania Gianni De Biasi al fianco, non fra’ Domizzi, come avrebbero detto Gli Autogol per descrivere quella Udinese. Quella del Guido, di Totò, di Sanchez, Benatia o Asamoah. Adesso i capisaldi sono pochi, Gigi da Aquileia sta lavorando affannosamente per ricostruire gioco, certezze ed autostima, tutte qualità arrivate in prossimità dello zero dopo tre stagioni al limite del fallimentare, per risultati e pochezza in termini di individualità. Per fortuna adesso i talentini ci sono e Delneri – a differenza di Iachini – utilizza con più fiducia e continuità gente come Fofana, Jankto e Samir che, rispetto alla gara dello Juventus Stadium, hanno giocato più a nascondino, senza però mai far mancare l’ardore che deve essere il marchio di fabbrica dell’Udinese, al di là delle trame armoniose e da manuale.

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