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Messaggero Veneto: Matri e diluvio, Udinese sconfitta

La consueta analisi post partita del Messaggero Veneto nell’apertura sportiva:  Una partita a scacchi. La vince la Lazio con Pioli capace di rispondere con i cavalli giusti alle mosse di Colantuono che per più di un’ora ha accarezzato...

Monica Valendino

La consueta analisi post partita del Messaggero Veneto nell'apertura sportiva:

 Una partita a scacchi. La vince la Lazio con Pioli capace di rispondere con i cavalli giusti alle mosse di Colantuono che per più di un’ora ha accarezzato l’idea di poter strappare almeno un pareggio, ma poi non è stato ripagato dall’alfiere che aveva lasciato in campo (sostituendo Bruno Fernandes) e individuato per chiudere il cerchio nel momento dell’assalto avversario: Kone. È questa la spremuta dei novanta minuti dell’Udinese nel pozzangherone dell’Olimpico, un rettangolo che per un’ora si è trasformato in un’autentica palude per le due squadre. Difficile spostare il pallone con costrutto, non perdere il controllo della sfera viscida anche in ripartenza. Thereau in particolare si distingue per cinque autentici regali agli avversari nella prima metà della gara. Non era al meglio dopo una settimana vissuta a singhiozzo tra campo d’allenamento e infermeria, ma il Cola l’ha ugualmente preferito al Totò proprio per poter sfruttare il suo lavoro di taglio e cucito alle spalle di Zapata: peccato che il sarto francese si sia visto davvero poco in quelle circostanze. Morale della favola, l’armadio colombiano a quattro ante è rimasto solo a fare sportellate con Mauricio e Hoedt riuscendo a spremere al massimo un paio di discese palle al piede, l’ultima a pochi minuti dall’intervallo, sulla destra, quando crossando ha cercato proprio il compagno di reparto Thereau, un reparto che dovrà essere giocoforza registrato, costruito nei meccanismi. Oggi come oggi pare ancora troppo slegato.

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