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Messaggero Veneto: Pinzi ‘Un addio a malincuore e inevitabile’

Apertura del Messaggero Veneto tutta per Pinzi. Con il groppo in gola, emozionato e sorpresosi braccato dalla commozione come neanche in campo gli succede. Fino a non farcela più, fino a smettere di parlare scoppiando in un pianto liberatorio,...

Monica Valendino

Apertura del Messaggero Veneto tutta per Pinzi.

Con il groppo in gola, emozionato e sorpresosi braccato dalla commozione come neanche in campo gli succede. Fino a non farcela più, fino a smettere di parlare scoppiando in un pianto liberatorio, nascondendo i lacrimoni dietro agli occhiali da sole neri, quanto mai provvidenziali in momenti del genere. É questa l’immagine che può spiegare e rappresentare l’addio di Giampiero Pinzi all’Udinese. L’immagine prima delle parole quindi, e non serve scomodare linguisti e semiologi per capire che è quello corporale il sistema comunicativo più veritiero in certi frangenti, quello di cui fidarsi. Ma le parole sono altrettanto importanti, e quelle scelte ieri da Pinzi, in riposta alla domanda con le quali anche i tifosi gli chiedevano chiarimenti in relazione al trasferimento choc per molti friulani, non sono state scelte a caso dal centrocampista che ha stabilito radici in Friuli. «La verità? Penso sia stata la scelta migliore per tutti, non voglio aggiungere altro – ha provato a spiegare il centrocampista romano –. É successo tutto in poco tempo, in fretta, non è stato premeditato niente. É uscita questa cosa, ho riflettuto tanto e parlato con chi dovevo parlare. Ho capito che era la scelta a malincuore che dovevo fare».

Sulla manifestazione dei tifosi il quotidiano racconta che:

Poi è comparsa l’auto di Stefano Colantuono. L’allenatore bianconero ha accostato sulla rampa, è sceso dal mezzo, e si è messo a parlare con i tifosi. Dieci minuti di colloquio, tranquillo. Tra i più animati il presidente del club dedicato a Pinzi, Mauro Nadalutti, che ha chiesto spiegazioni, ripetendo: «Tutti, ma lui no». Colantuono ha parlato schiettamente, in modo pacato e ripentendo più volte di aver sempre avuto un ottimo rapporto con il calciatore, tra l’altro romano come lui. É stato chiarito come nessuno avesse mai detto che non ci fosse posto in squadra per Pinzi, mentre alcuni tifosi hanno rimarcato come sia stata «strappata una bandiera» e sia stato dato «uno schiaffo alla tifoseria tutta». Qualcuno degli ultras ha parlato di «operazione simpatia zero» da parte della società in questo inizio stagione, tra la scelta di cambiare il nome dello stadio, settori non concessi per gli abbonati nei nuovi distinti e ora la partenza di Pinzi. Al termine della chiacchierata con Colantuono, il cui gesto di fermarsi a colloquio con il drappello di sostenitori è stato apprezzato un da tutti - ultras compresi - il presidente Nadalutti ha tolto dal bagagliaio dell’auto due striscioni e una foto gigante di Pinzi, che sono stati appesi alla grata che delimita la rampa di accesso al carraio nord.

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