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Tuttosport: Un Toro batticuore

Delneri ha stravolto in meglio l'Udinese, e ci mancherebbe che non si dicesse e si scrivesse, e ha pure azzeccato i cambi dell'intervallo, aggiustando la squadra con Hallfredsson e Perica tra centrocampo e attacco.

Redazione

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Dategli una leva, in difesa, e Mihajlovic solleverà il mondo, del Toro. Il problema è che nel calcio se la deve prendere lui, la leva. O inventarsela, almeno fino a gennaio, quando riapriranno le bancarelle al mercato e Cairo potrà lanciarsi in una campagna per puntellare adeguatamente la rincorsa all'Europa, più volte esplicitata quale obiettivo e non come semplice sogno. Nell'attesa: che Sinisa prenda un bel tronco di legno, lo intagli il giusto alla Sisport, allenamento dopo allenamento, e faccia venire alla luce una fase difensiva come Dio comanda. Perché è al cielo, che non si comanda. Ma rispondere qualcosa sì, dai! Su 15 reti incassate, il Toro ne ha già beccate 9 su azione aerea, diretta o indiretta. E anche a questo giro i granata hanno esposto in bacheca il loro limite supremo: dapprima inglobando la testa vincente di Thereau (nella fattispecie, in anticipo su Rossettini) e poi, dieci minuti dopo, a metà ripresa, il 2 a 1 di Zapata, in mischia post rimpallo palo-Barreca, ma comunque dopo un'altra deviazione volante col cranio, per la cronaca di Wague. Finisce 2 a 2, con il Toro che meriti ne ha eccome, per la disinvoltura con cui ha preso in mano il primo tempo, giostrando in crescendo (e segnando, con Benassi), e per come ha riacciuffato il pari (Ljajic, al 4° sigillo), prima di provare pure ad accarezzare un contro-break. Ma resta il fastidio, resta il rammarico, resta l'incavolatura per i due punti gettati, più che artigliati e vanificati dall'avversario.  

 Delneri ha stravolto in meglio l'Udinese, e ci mancherebbe che non si dicesse e si scrivesse, e ha pure azzeccato i cambi dell'intervallo, aggiustando la squadra con Hallfredsson e Perica tra centrocampo e attacco. Però la fragilità difensiva granata si è stagliata più ancora che la manovra arrembante e rombante dei friulani nella parte centrale della ripresa, sull'onda dell'entusiasmo e di uno Zapata ritrovato. Il guaio, per chi culla ambizioni quali espone il Torino, è non riuscire a esprimere solidità in difesa, soprattutto quando la palla comincia a decollare, negli stessi frangenti in cui, al contrario, la fase offensiva continua a mostrare prolificità, efficacia, dinamismo, incisività. Si è rivisto uno spirito degno di stare al mondo, rispetto al fuoco fatuo di San Siro, e mica solo o tanto per il turnover orchestrato da Miha.

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