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Corradi: “Di Natale, Totti, casi che andavano gestiti meglio”

Bernardo Corradi, doppio ex di Chievo e Udinese, commenta lo stato delle due squadre, ma soprattutto sull'amico ed ex compagno Di Natale ha un'idea chiara: "Non tutti i giocatori sono uguali"

Monica Valendino

Bernardo Corradi ha vissuto gli anni del Chievo dei miracoli e oggi che i clivensi ambiscono a eguagliare e, magari, superare quel record di punti (54), sente il dovere di precisare che la sua squadra ha fatto davvero qualcosa di incredibile: «Non credo che si possano fare parallelismi tra squadre diverse e giocatori diversi - ci racconta -: il mio Chievo fu primo in classifica a metà dicembre e se uno vede le rose di allora di Juve, Milan, Lazio o Roma, quella favola del mio Chievo appare irripetibile. Oggi il Chievo è una realtà consolidata, e ciò non toglie che hanno fatto e stanno facendo un percorso importante anche quest'anno, anche perché alcune squadre hanno reso meno di quello dovuto».

Tra queste, proprio l'Udinese, che oggi si ritrova a dover ancora salvarsi:  «indubbiamente anche i bianconeri hanno reso meno di quanto ci si poteva attendere a inizio anno: non mi attendevo onestamente un campionato così difficile, la squadra credo ci sia. A mio avviso è forse cambiato il modo di ragionare del club anche in sede di mercato».

Domenica si incroceranno al 'Friuli' con spirito e ambizioni diverse: «Sarà una partita non semplice per l'Udinese, il Chievo gioca con la mente libera. E' disincantato e vuole arrivare il più in alto  possibile. La squadra di De Canio, anche se dietro non fanno risultati, vive una situazione non facile, anche se non credo rischi la retrocessione».

Forse in altri sport per determinati giocatori, come Totti o Di Natale, c'è più riconoscenza. il calcio brucia tutto troppo in fretta, ci si dimentica la riconoscenza

Una situazione non facile anche quella di Totò Di Natale: «Vedendola da fuori, a mio avviso sembra che si siano presi a capro espiatorio i giocatori più rappresentativi. Io conosco bene Totò, quanto sia professionista e legato ai colori dell'Udinese. Non tutti i giocatori sono uguali e non tutti si devono allenare allo tesso modo. Se è l'ultima stagione in Friuli, si doveva cercare il modo di viverla in modo diverso. Dispiace davvero per tutto quello che ha dato. Kobe Bryant, per esempio, ha vissuto un addio completamente diverso: per Los Angeles è stata una stagione sacrificata proprio per rendere omaggio a uno come lui. Forse in altri sport per determinati giocatori, come Totti o Di Natale, c'è più riconoscenza. il calcio brucia tutto troppo in fretta, ci si dimentica la riconoscenza».

 

 

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