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Meret: Vestire a vita il bianconero? Ci metto la firma!

E’ rimasto l’ultimo friulano in squadra. Alex Meret ripercorre la storica scuola dei portieri nati in questa terra ed approda stabilmente in prima squadra, anche se ricordiamo che ha solo 19 anni. La sua carriera è già ampiamente tinta di...

Monica Valendino

E’ rimasto l’ultimo friulano in squadra. Alex Meret ripercorre la storica scuola dei portieri nati in questa terra ed approda stabilmente in prima squadra, anche se ricordiamo che ha solo 19 anni. La sua carriera è già ampiamente tinta di bianconero come lui stesso ci racconta: « Sono di Rivignano, la mia carriera comincia a Rivolto, poi un anno al Donatello, ma  sono all’Udinese già da otto anni: ho fatto tutte le trafile nelle giovanili. Il portiere l’ho desiderato fare da sempre, la prima maglia che ho ricevuto in regalo è stata quella di Buffon, fin dal primo allenamento ho svolto questo ruolo, mi è sempre piaciuto ».

Il suo idolo chi è?

« Buffon da piccolo è sempre stato il mio punto di riferimento, anche oggi è uno dei portieri più forti in circolazione. A Udine ho visto da vicino Handanovic, che sta facendo molto bene anche all’Inter. Io cerco di prendere il meglio da tutti quelli con cui mi alleno, oggi lo faccio con Karnezis, confrontarmi con lui e ascoltare i suoi consigli è motivo di crescita per me »

I portieri sono taciturni o estroversi: Meret come si cataloga?

« Sono taciturno, introverso, un tipo tranquillo, anche se in campo occorre richiamare spesso i compagni. Da dietro hai la visuale del gioco, devi saper dirigere la difesa per evitare errori che potrebbero essere fatali, devi sempre essere concentrato e attento »

Ha mai giocato in oratorio?

«Oratorio vero e proprio no,  a scuola a volte ho giocato con gli amici, ma in paese eravamo pochi! »

La celebrità pesa a scuola con i compagni di classe o con gli amici in genere?

« No, il ‹ Volta › è una scuola piccola, mi conoscono, ma vivo tutto con tranquillità. Magari mi chiedono un autografo, una maglia qualche volta. Certo è che è un orgoglio sentirmi chiedere un autografo! »

L’esordio in Serie A come lo immagina?

« Spero che avvenga il prima possibile, lavoro per farmi trovare pronto, al resto non ci penso più di tanto »

I punti di forza di Meret quali sono?

« Mi ritengo un portiere abile con i piedi, bravo tra i pali, ma devo migliorare nelle uscite e nel saper richiamare i compagni »

L’anno corso in Primavera una grande stagione, cosa ha lasciato questa esperienza?

« Mi ha dato la possibilità di giocare con continuità, è una categoria importante per i giovani per poter fare il salto che non è mai facile. E’ un passo da affrontare con la massima concentrazione »

Il gap con la prima squadra è davvero elevato come si dice?

« Sì, basta vedere che dalla squadra dell’anno scorso nessuno è riuscito a salire. Sono d’accordo con chi sostiene che servono le squadre B. Quando uno esce dalla Primavera deve essere mandato in prestito e questo a volte non è funzionale alla crescita »

Quanto faticano gli italiani a emergere?

« Negli ultimi anni gli italiani fanno difficoltà, in A preferiscono gli stranieri: non riesco a capire il perché. Secondo me si dovrebbe partire dai settori giovanili per far crescere anche i giocatori nostrani. Oggi si sta ricominciando a farlo, ma anche in Nazionale si vede che si fatica a trovare nuovi campioni »

In Azzurro ha appena esordito in Under 19. Che esperienza è stata?

« Abbiamo giocato con la Croazia, ma soprattutto ci siamo allenati a Udine, per cui ero a casa. Ci stiamo preparando per l’Europeo, siamo fiduciosi. Vestire questa maglia è un’emozione, è un sogno rappresentare la propria Nazione, per me è motivo d’orgoglio e spero di indossarla ancora in futuro »

Come sarà il futuro di Meret fra dieci anni?

« Intanto spero di giocare stabilmente in Serie A! Io bandiera dell’Udinese? Ci metterei la firma da subito! Sono tifoso da sempre di questi colori, sentire l’affetto dei tifosi friulani è emozionante. Conosco l’ambiente, vivo tranquillamente vestire questa maglia: certo è una responsabilità indossarla, ma la lavoro per migliorarmi giorno dopo giorno »

Come giudica la scelta di Scuffet di rimanere l’anno passato?

« Sicuramente ci sono pro e contro come in tutte le cose: giocare con continuità aiuta, ma è d’aiuto anche stare nel giro della prima squadra e imparare da giocatori di altissimo livello »

Allenarsi con Di Natale cosa significa per un portiere?

« E’ una grande possibilità per migliorarsi, è quello che calcia meglio il pallone. E’ un vero capitano, cerca di darci consigli, ma è anche alla mano e scherza nello spogliatoio »

Fuori dal calcio quali sono gli interessi?

« Mi impegno soprattutto sul campo, per il resto faccio una vita tranquilla  esco con gli amici e con la mia ragazza. Ogni tanto gioco con la Playstation, ma il mio personaggio adesso è scarso! Magari il prossimo no sarà più forte! »

Colantuono com’è come allenatore?

« Severo, in campo grida  e sgrida tutti: è un buonissimo allenatore e possiamo fare molto bene se seguiremo quello che ci dice di fare»

Si riesce a fare gruppo in squadra?

«L’obiettivo è farlo, anche se a Udine è un po’ difficile visto che ci sono tanti stranieri. L’obiettivo è però essere uniti per fare bene »

Il compagno di riferimento qual è?

« A parte i portieri, quelli più vicini sono gli italiani, sono in camera con Pasquale, che mi aiuta moltissimo »

Quali sono gli aspetti negativi del fare il calciatore?

« E’ una vita agiata che tanti vorrebbero fare, punti negativi davvero non ce ne sono »

Tra i ragazzi della Primavera chi è pronto ad arrivare in prima squadra?

« Faccio due nomi: Pontisso e Coppolaro, credo siano pronti a salire »

Che obiettivo ha l’Udinese quest’anno?

« Fare meglio dell’anno scorso ovviamente: la salvezza, comunque,  prima di tutto, poi se possiamo fare meglio ci proveremo »

Qual è stata la parata più bella fatta in carriera finora?

« Credo quella su Petagna due anni fa in Primavera, ci ha concesso di andare ai playoff »

Con i rigori come si rapporta?

« Non sono ancora il mio forte, con l’aiuto del mister si studiano gli avversari per capire come calciano, sto imparando molto anche su questo aspetto»

L’attaccante più forte che c’è in circolazione?

« A parte Totò, dico Higuain del Napoli, mi ha davvero impressionato per come si muove e come calcia »

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