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Pierpaolo Marino: Non è vero che i moduli non contano

E’ stato, probabilmente, il direttore generale più apprezzato dai tifosi bianconeri e lui sia con la società, sia con la piazza bianconera ha trattenuto sempre ottimi rapporti. Pierpaolo Marino, è sempre vicino alle...

Monica Valendino

E' stato, probabilmente, il direttore generale più apprezzato dai tifosi bianconeri e lui sia con la società, sia con la piazza bianconera ha trattenuto sempre ottimi rapporti. Pierpaolo Marino, è sempre vicino alle vicende dell'Udinese : "Quest'anno l'ho vista l'ho vista dal vivo solo in quattro  partite, quella con la Juve, quella col Palermo,quella col Milan, e quella col Bologna: mi sembra ancora in cerca di una sua identità precisa".

Ora i friulani sono attesi da un calendario difficile, a partire dalla trasferta di Napoli, altra piazza che Marino conosce molto bene: "La squadra di Sarri dopo un inizio molto titubante dovuto al 4-3-1-2 intrapreso sulla scia di Benitez, nel momento in cui è passato al 4-3-3- ha trovato solidità e punti. Sostituendo Valdifiori con Jorginho e mettendo Insigne e Callejon come punte esterne, ha trovato una quadratura del cerchio. Jorginho è una diga davanti alla difesa. Hamsik è tornato a fare la mezzala non scordiamoci naturalmente di Allan, che sta facendo cose strepitose"

Moduli, numeri. Si dice spesso che è l'atteggiamento che conta, ma Marino non è concorde con questa affermazione. E su Colantuono spiega che "ha sempre fatto la difesa a quattro, ma a Udine non credo si sia snaturato, forse si è adattato agli elementi che ha a disposizione. Questo campionato sta dimostrando che trovare l'equilibrio giusto attraverso un modulo  dà grandi risultati. L'Atalanta ha riproposto il 4-3-3 trovando equilibri che non aveva, lo stesso Napoli cambia modulo per adattarsi alle caratteristiche dei suoi e trova equilibrio e risultati. Ultimo Mihajlovic che cambiando il modulo al 4-3-3 ha fatto risultati importanti. Non è vero, quindi,  che il modulo non conta"

Forse a Udine manca terribilmente Zapata: "Il suo infortunio pesa eccome, credo che però i Pozzo sanno cosa devono fare. Se Zapata avesse tempi lunghi di recupero non credo che non interverranno sul mercato. Sono certo che nessuno dorme a Udine e che se capiscono che il colombiano non recupererà in fretta porteranno qualcuno".

si dice, intanto, che l'Udinese paghi anche le nuove regole, dall'abolizione delle comproprietà fino alla riforma sulle rose: "Secondo me quando una regola è comune non disturba nessuno. Quindi non vedo problemi sotto questo punto di vista. Anche il tetto di rose non è del tutto operativo, è in fase di transizione".

Fatto sta che in Friuli ai tifosi la politica che ha portato la rosa ad avere quasi l'ottanta per cento di stranieri non piace:

"Il problema è irrisolvibile, il calcio è sempre più globale: le leggi impongono la libera circolazione, è già una forzatura limitare gli extracomunitari. Gli italiani devono dimostrarsi all'altezza.  Il compito dei club è migliorare la loro formazione, non limitare gli stranieri. Non è che gli stranieri tolgano posti, il problema è che le squadre hanno abbandonato la formazione per prendere gli stranieri. E' la filosofia sul settore giovanile da rivedere. In questo senso l'esempio di Bergamo è  virtuoso in tal senso".

In questo contesto si parla anche di mediocrità del campionato, di livellamento verso il basso come qualità media: "Io sto vedendo anche delle belle partite, magari non si toccheranno i vertici, ma le gare sono equilibrate. E' stata bellissima anche Genoa-Napoli, per esempio, anche se terminata in pareggio. Qua si tende sempre a dire che il campionato è livellato verso il basso, perché ci sono più squadre che lottano per il titolo, invece per me è migliorato anche in virtù di questo".

 

 

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