rubriche

Sonetti: Ora a Udine parlano la lingua di Colantuono

Nedo Sonetti racconta Udinese-Atalanta, e la sfida tra due tecnici che non hanno grossi santi nel Paradiso mediatico, ma sanno farsi valere. E sulla successione di Di Natale un nome: Quagliarella, anche se...

Monica Valendino

Consce benissimo l'Atalanta, conosce bene l'Udinese: Nedo Sonetti è forse la persona migliore per presentare la sfida del 'Friuli': "Devo dire che l'Atalanta, a parte l'ultimissimo periodo, sta facendo davvero bene. Un campionato in linea con quelle che sono le aspettative della gente di Bergamo, giocare bene e ottenere una salvezza tranquilla. L'Udinese ha avuto, invece, alti e bassi notevoli, exploit e partitacce dove non sono riusciti a fare bene".

Spiegare questi alti e bassi non è facile, non è questione di episodi, ma forse solo di qualità complessiva: "Le gare così possono avvenire sempre in squadre come Atalanta e Udinese, squadre senza ambizioni di vertice, ma anche al di sopra della lotta per la salvezza. Per cui momenti di buon calcio sono spesso alternati a risultati negativi, non c'è molto da dire. Le aspettative quest'anno sono queste, le squadre mi sembra le stiano rispettando bene".

L'impatto di Colantuono a Udine non è stato facile, anche se adesso finalmente la sua mano si vede: "Colantuono è stato mio giocatore all'Ascoli, già allora aveva temperamento. Il suo impatto a Udine non è stato semplice, veniva da una storia a Bergamo dove ha fatto un percorso molto bello, con stagioni importanti. Ma il primo impatto in qualsiasi società non è facile e a Udine, poi, con tutti questi stranieri serve andare in giro col vocabolario per farsi capire. Ci è voluto tempo, ora mi sembra che i giocatori parlino la sua lingua".

Dall'altra parte, a Bergamo, c'è il friulano Edy Reja, uno che forse meritava più considerazione dal 'calcio che conta': "Nel nostro mondo serve entrare nella penna dei giornalisti importanti. Se lo fai, arrivi ad allenare anche squadre più importanti e Reja forse non ha avuto tanti amici giornalisti. Anche a Bergamo è arrivato con qualche scetticismo di troppo, invece usa delicatezza e forza assieme, ovvero le qualità dei migliori allenatori".

Il 2016 vedrà l'addio di Di Natale. Inizia la corsa alla successione, ma cos'è meglio scegliere un Quagliarella o un giovane? Per Sonetti "Quagliarella è un giocatore eccezionale. Non capisco perché a Torino non riesce ad affermarsi. Sarebbe l'ideale, ma per sostituire Di Natale servirà capire anche le dinamiche di gruppo: se serve un giovane di prospettiva che stia tra le righe, oppure uno che sappia subito imporsi nello spogliatoio".

tutte le notizie di

Potresti esserti perso