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Sonetti: Vi racconto Colantuono, una ‘belvaccia’!

“Colantuono era un picchiatore della madoska! Era un difensore centrale, aggressivo, determinato, se c’era da battagliare, lui non si tirava indietro. Mi ha aiutato vincere il campionato. C’era Rozzi come presidente, è stato un...

Monica Valendino

"Colantuono era un picchiatore della madoska! Era un difensore centrale, aggressivo, determinato, se c'era da battagliare, lui non si tirava indietro. Mi ha aiutato vincere il campionato. C'era Rozzi come presidente, è stato un bell'anno". Parole di Nedo Sonetti, che ricorda l'anno 1990-91, quando allenava l'Ascoli e tra i suoi ragazzi c'era Stefano Colantuono, l'attuale allenatore dell'Udinese.

Che per molti assomiglia caratterialmente proprio a Sonetti..."No, di Nedo ce n'è uno per fortuna! Comunque ci sono tratti comuni, certo. E' un allenatore sanguigno, uno di campo, oltre che essere preparato. E' una 'belvaccia' come me, uno determinato che ha idee chiare, ma soprattutto ha tanta determinazione".

Sonetti, poi, si perde in qualche aneddoto su com'era quel difensore arcigno: "Ricordo che quando c'era qualche attaccante tosto davanti, io glielo piazzavo davanti per sistemarlo! In squadra avevo gente come Bruno Giordano, Lorieri, Casagrande, ma anche Colantuono si faceva sentire nello spogliatoio. E' sempre stato determinato, al di là dell'aggressività ha però anche doti umane importanti".

Quello che serviva a Udine: "Se l'hanno preso è perché ci credevano. A Bergamo ha fatto molto bene, è uno per cui parlano i risultati".

Ascoli, il Tempio di Costantino Rozzi. Un personaggio che manca al calcio moderno: "Ho conosciuto tutti i presidenti mezzi matti, dal primo Pozzo, che ora è cambiato parecchio, a Zamparini a Cellino fino al grandissimo Rozzi! Lui è stato eccezionale, non ci sono più personaggi così. Non erano imprenditori, erano presidenti. Guadagnavano anche col calcio, certamente, ma avevano i numeri nella testa. Forse Rozzi è stato tra i primi ad avere fiuto per i talent scout in giro per il mondo".

Ma nel destino di Sonetti c'è stato anche Maurizio Zamparini nel 2002: "Arrivai a Palermo con una situazione difficile: abbiamo riorganizzato la squadra con alcuni buoni risaltati. Zamparini con me aveva poco da starnazzare, riuscimmo ad arrivare all'ultima partita a Lecce per la gara decisiva per la promozione: fu una partita sfortunata, perdemmo e non andammo in A, ma l'accoglienza a Palermo è stata bellissima, sento ancora alcune persone. Sono contento di quell'avventura, ma mi è sempre dispiaciuto perché dopo quella mezza impresa pensavo di rimanere, invece Zamparini iniziò a fare altri discorsi. Io, ricordo, che gli dissi il mio pensiero in faccia, del resto ho fatto sempre così. Quello che è successo a Udine con Pozzo, dove ancora mi chiedo perché mi abbia cambiato dopo la promozione. A Udine arrivai quando il paròn era disperato, la situazione era difficilissima. Facemmo una rimonta incredibile al primo anno, andammo in A nel secondo: poi non so cosa abbai pensato. Pozzo comunque lo ricordo con affetto, come tutti quanti con i quali sono stato".

Dal passato al presente, con l'Udinese che incrocia proprio il Palermo: "I bianconeri arrivano dalla vittoria sulla Juve, una bella goduria! Tutti mi chiamano questa settimana per sapere che ne penso. E' stata un'impresa, come dire il contrario? Colantuono finora ha fatto bene, un inizio così roboante gli dà una spinta per fare ancora di più! Ho visto qualche immagine, quando si vince così ci vuole anche un po' di fortuna, ma l'Udinese se l'è meritata. Ora è chiamata a ripetersi contro la squadra di Inchini, un altro tosto: sarà una bella partita".

 

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