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Virdis: Udinese e Milan, che ricordi!

Uno dei simboli degli anni 80 di Udinese e Milan è stato Pietro Paolo Virdis. L’attaccante sardo è arrivato in Friuli in anni magici, con la squadra bianconera che iniziava a sognare in grande anche con l’arrivo di Zico: « Devo dire che...

Monica Valendino

Uno dei simboli degli anni 80 di Udinese e Milan è stato Pietro Paolo Virdis. L’attaccante sardo è arrivato in Friuli in anni magici, con la squadra bianconera che iniziava a sognare in grande anche con l’arrivo di Zico: « Devo dire che l’esperienza di Udine è stata molto bella, ho grandissimi ricordi: il primo anno è stato faticoso anche se a causa di un infortunio non sono riuscito a dare il massimo. L’arrivo di Zico è stato fantastico, ha dato a tutti la sensazione di poter davvero costruire qualcosa di importante. Purtroppo nel suo primo anno abbiamo perso alla fine proprio col Milan ala gara che poteva proiettarci in Europa, forse non eravamo destinati ancora a raggiungere certi obiettivi. Peccato! » Cosa sia mancato per fare il salto è presto spiegato: « Eravamo davvero competitivi, forse ci è mancata la decisione giusta nel momento cruciale ».

Ricordi di quell’anno con il Galinho ce ne sono molti: « Con Zico è stato bellissimo, ho avuto la possibilità di confrontarmi con una grande persona oltre che con un grandissimo calciatore. La cosa che ancora ricordo èera la sua grande umiltà, è vero che lui era in campo così come era nella vita di tutti i giorni »

Dopo Udine, ecco il Milan: « Mi è dispiaciuto andare via da Udine, ma sentivo il richiamo della grande squadra. Sono arrivato al Milan con Farina presidente e Rivera vicepresidente. Stavamo cercando di risalire e mettere le basi per un futuro. Ho visto crescere poco a poco la squadra, ma già c’erano i vari Baresi, Maldini, Tassotti, Galli: la base c’era, con gli stessi giocatori poi si è creato il ciclo di Sacchi»

A sentire certi nomi oggi vengono i brividi, visto che nelle squadre manca l’apporto di certi elementi cresciuti nel vivaio e che si sono imposti anche in prima squadra: « Purtroppo ci sono troppi giocatori che vengono da fuori. Abbiamo una emorragia di talenti italiani. Non so se mancano i giocatori oppure è una questione solo di cicli, ma rimane il problema. Ci sono troppi stranieri che tolgono via sicurezze. Una volta le percentuali di italiani era più alta ed era più facile crescere »

Mancano però anche i campioni stranieri: « Direi che i grandi campioni non vengono più perché mancano le grandi squadre. Una volta eravamo noi quelli che attiravamo i fuoriclasse: anche Conte, che deve allenare la Nazionale, deve fare i conti con la mancanza di giocatori nostrani a causa di troppi stranieri non sempre all’altezza. Viviamo un momento oscuro»

L’Udinese ha fatto sua proprio la politica degli stranieri, comprando sconosciuti e facendoli spesso diventare campioni: « L’Udinese ha dimostrato nel tempo di saper prendere giocatori veri e forti: ha una grande capacità di cernita di calciatori. I friulani sono un bell’esempio, anche se per i giovani italiani non è forse il posto ideale! »

Virdis attaccante nato, specialista dei rigori (uno solo sbagliato in carriera, oggi vede così il reparto: « Una punta che mi piace molto è Gabbiadini: sa difendere ed è un buon passatore di palla, oltre che un buon finalizzatore. Di Natale non lo cito perché è grandissimo e basta! Non può però durare in eterno. Purtroppo dietro, per i discorsi fatti, non ci sono giocatori che possano sostituirlo. L’unico talento nostrano che mi piace davvero è Veratti» .

Da Udine a Milano, sponda rossonera. Il futuro però è più nero che rosso… «Credo che per il Milan sono già parecchi gli anni di transizione, non solo quest’ultimo: non vedo un bel futuro, non ci sono investimenti. Credo si barcamenerà in questa situazione ancora per un po’ »

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