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Zoff: I ritiri servono ai giocatori d’oggi. Serve professionalità nel calcio

Il mitico Dino Zoff sulla crisi dell'Udinese: "Credo che a volte i ritiri siano utili, altrimenti al giorno d'oggi c'è molta libertà per i giocatori"

Monica Valendino

La chiacchierata con Dino Zoff non può non cominciare senza sincerarsi delle sue condizioni di salute: "Sto abbastanza bene, suvvia. Il peggio è davvero passato!".

Inevitabile anche non iniziare con il fare il punto sull'Udinese, piombata in una crisi che forse nessuno si sarebbe aspettato solo un mese fa: "Effettivamente credo che abbia la possibilità di fare molto meglio, anche perché con lo stadio nuovo e il pubblico meraviglioso che la segue dovrebbe fare di più. Domenica è una gara di svolta, ma è una partita pericolosa. La Lazio  va presa con le molle, ha attaccanti che possono saltare l'uomo ed essere molto pericolosi, anche se la squadra di Pioli non è continua. E' indecifrabile come partita, sono davvero troppe le incognite, ma senza dubbio è una partita di cartello, anche se le posizioni in classifica non sono di vertice"

A Udine si cerca dei capire quale sia la causa di questa crisi, e come sempre in  questi casi l'allenatore finisce sul banco degli imputati: "In Italia è vero che si danno sempre le responsabile all'allenatore, ma i risultati sono importanti ed è normale che venga messo in discussione. Vale per tutti e fa parte del gioco".

Intanto Pozzo ha scelto la via del ritiro: "Certe volte i ritiri servono per unire la squadra, per far capire com'è la musica: io vengo da un periodo dove erano all'ordine del giorno. Credo che a volte siano utili, altrimenti al giorno d'oggi c'è molta libertà per i giocatori. Credo che sia il modo di farli atre assieme di farli ragionare".

I tifosi intanto chiedono di onorare la maglia: "Io non parlavo mai di questo, di onore. Io parlavo di professionalità, mi incavolavo a morte quando sentivo parlare di amici in campo. Un professionista deve aiutare il compagno a prescindere.  Il concetto dev'essere chiaro e su questo è l'allenatore che deve battersi: è una questione di professionalità, non di sentimenti. Difatti le mie squadre ragionavano in maniera diversa".

Da Udine alla Serie A per un commento su questo campionato: "E' un  torneo strano, vedi partite dove il portiere non tocca pallone, altre dove i risultati sono pieni di gol. Non c'è un vero padrone, le squadre non sono continue. Al vertice dico che la Juve è una pretendente per lo scudetto, ma il Napoli ha un Higuain in più".

Impossibile non girare ancora l'invito di vederlo allo Stadio Friuli: "Certamente che verrò, ma fatemi rimettere del tutto prima!"

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