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Nedved, giocatore del cuore? (F.Canciani)

È notizia dell’altroieri, ma mi piaceva utilizzarla per ricordare le gesta di un “campione”. Ogni anno si disputa qualche partita del cuore, benefiche esibizioni di cantanti ed ex giocatori aventi lo scopo di raccogliere fondi a beneficio...

Monica Valendino

È notizia dell’altroieri, ma mi piaceva utilizzarla per ricordare le gesta di un “campione”.

Ogni anno si disputa qualche partita del cuore, benefiche esibizioni di cantanti ed ex giocatori aventi lo scopo di raccogliere fondi a beneficio di associazioni private assistenziali. Grande iniziativa, proveniente dal cervello finissimo di Giulio Rapetti (in arte Mogol) e dei suoi sodali, fondatori della Nazionale Italiana Cantanti.

L’altra sera, per la prima volta assomigliando a gara vera, c’è stata una mezza rissa. Niente di che, ma il fatto che nel mentre il commento tecnico di Mingardi parlasse d’altro depone a sfavore dei personaggi.

Incolpevole origine del fattaccio tale rapper Moreno, reo (?) di aver fatto cavaliere il signor Pavel Nedved, di professione dirigente della Juventus, con un bel tunnel a centrocampo.

In un occasione del genere, ogni persona raziocinante al posto della furia ceca avrebbe rincorso l’avversario, bonariamente placcandolo e, trascinato a terra, si sarebbe lasciato andare a una risata. Non però il superprofessionista boemo, uno che (disse di lui un giornalista vagamente schierato) si allena anche quando dorme: lui attende che l’improvvido avversario ceda palla e poi gli entra diritto sui piedi, calpestandone con violenza il sinistro e colpendone il destro.

Luca Barbarossa, uno la cui sportività non si discute, lo applaude ironico a sottolinearne la scorrettezza, ed ecco che arriva a difesa di una fede il signor Eros Ramazzotti, per una sera schierato a fianco dei suoi idoli juventini (d’altra parte essendo un ex cantante, uno che non becca un disco dal 1993, ci sta che giochi contro i suoi compagni di un tempo) e comincia una zuffa da nato ai bordi di periferia.

Niente di che.

Quel che mi sconcerta è il commento univoco della stampa di livello, che non comprende come abbia potuto un serio professionista lasciarsi andare a tale scorrettezza. E la domanda sorge spontanea: me lo ricordo solo io Nedved nella sua dote migliore, la simulazione?

Direte ”sei anti-juventino, tutte dicerie”. Falso. Io ammiro la Juventus attuale per come ha saputo ricostruirsi da una vicenda devastante come quella del 2006. E siccome la mia formazione è scientifica, vado con un esempio eclatante (ve ne sono altri, tipo Bologna-Juventus, ma siamo pur sempre furlani di mezza pianura!).

Correva l’anno 2006, febbraio. L’Udinese Cosmi-ca soffre nell’annata Champions, ma quel giorno al Delle Alpi gioca meglio, nella sua livrea blu, meglio degli invincibili che però, come un concorrente di un programma di canale5 di qualche anno fa (chi vuol essere milionario?) ha tre aiuti, e li sfrutta.

C’è una rete di Del Piero, in fuorigioco di circa 90 centimetri (dissero le moviole); dieci minuti avanti Vidigal, a un metro dalla linea di porta e dopo aver scavalcato Buffon in pallonetto, era spinto via malamente da Cannavaro senza che la terna battesse ciglio. Cosa c’entra Nedved, direte Voi?

Minuto 34’ di gioco: ammonito Muntari. Passano tre minuti e Nedved, sulla sua fascia destra, controlla male la palla, si avvede che Sulley sta entrando in scivolata e si esibisce in una piroetta, grazie alla quale l’ineffabile e totalmente incapace Dattilo di Locri caccia il ghanese. Non bastasse l’errore marchiano (anche di Sulley, che si tolse la maglietta mettendola sulla spalla del direttore di gara), fu un insulto allo sport lo sguardo del ceco che, steso a terra e dopo aver urlato di dolore, guarda quanto accada di sottecchi, sorridendo.

Valerio Bertotto andò dal quarto uomo e gli disse “stasera torniamo a Udine, se vi diamo fastidio ce ne andiamo anche adesso”.

Questo era, questo è Nedved Pavel, boemo di Cheb, membro emerito del CdA juventino.

Lo beatifichino le tifoserie di Lazio e Juventus. Per cortesia, però, toglietemelo dai campi. Non lo si sopportava quando giocava, adesso il suo comportamento non si può tollerare.

"Franco Canciani @MondoUdinese

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