rubriche

Vulpis: Pozzo, il Macchiavelli del calcio

Innanzi tutto la figura di Pozzo è insolita: in un momento di crisi è una garanzia per il club. Da quando l’Udinese ha deciso di vincere meno, ma avere i conti in ordine, ma soprattutto avere un vivaio perenne, spendendo tanto in scouting, ha...

Monica Valendino

Innanzi tutto la figura di Pozzo è insolita: in un momento di crisi è una garanzia per il club. Da quando l’Udinese ha deciso di vincere meno, ma avere i conti in ordine, ma soprattutto avere un vivaio perenne, spendendo tanto in scouting, ha ottenuto risultati fantastici. La Juve per dire ha un maggior numero di scout, ma l'Udinese ha la fortuna di poter operare su una piazza che non sarà mai calda come può essere Roma, Napoli, Torino o Firenze dove sei condannato a vincere o come a Roma dove hai aspettative eterne.  All’Udinese il tifoso non chiede lo scudetto e puoi lavorare meglio. La piazza non è secondaria, ma primaria,  aiuta a raggiungere una serie di obiettivi che i Pozzo stanno portando avanti. Condizioni uniche e irripetibili in Italia.  E’ anche vero che le persone scelte per fare questo lavoro sono superiori alla media e anche se ci fosse la condizione medesima, non ci sarebbe lo stessa risultato, proprio per mancanza di dirigenti adeguati.

Pensare a un obiettivo che vada oltre i 40 punti inizialmente sballerebbe tutto e non è nel DNA: ciò non toglie che se il campionato lo consente puoi anche fare il colpaccio: chi ha tentato di sfidare tutti ha fatto una brutta fine, bisogna ricordarlo sempre. Lo scudetto è un gioco riservato a tre-quattro squadre. Con una gestione sana l'Udinese, invece,  può sfuttare le mancanze altrui e andare anche ai preliminari Champions, ma non può sfidare chi vuole vincere.

Il Watford, invece, lo vedo come un rischio reale: la Premier fa numeri maggiori, la differenza è di un miliardo di euro tra Premier e Serie A. Pozzo è un imprenditore. Come tale investe dove ci sono maggiori opportunità nel minor tempo possibile. Fra Italia e Inghilterra c’è una grossa differenza, ma l'Udinese sarà sempre la base strategica, questo è certo.

Aggiungo che Pozzo è un Macchiavelli: il fine giustifica i mezzi. Lo stadio nuovo è un grande obiettivo, ma deve essere una bmboniera puntando su una tifoseria sicura che va comunque. Non mi pare ci sia questo fervore calcistico ancora a Udine, il sold out non ci sarà se la squadra non è di livello. Per questo serve lavorare molto sul marketing.

Marcel Vulpis - Dir Sporteconomy.it

©Mondoudinese

tutte le notizie di

Potresti esserti perso