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Dal Bruseschi, guardare avanti

Non ho mai nascosto la poca simpatia per le amichevoli dallo sperequato livello tecnico, tattico e agonistico. Certo: oggi contro due formazioni di serie D si sono visti affinamenti nei movimenti, nell’intesa, nella corsa e...

Franco Canciani

Non ho mai nascosto la poca simpatia per le amichevoli dallo sperequato livello tecnico, tattico e agonistico. Certo: oggi contro due formazioni di serie D si sono visti affinamenti nei movimenti, nell'intesa, nella corsa e nell'amalgama (con buona pace di Massimino); ma le due midi-gare da ottanta minuti cadauna hanno mostrato, di fronte alle Udinese gialla e bianca, le due facce dello sparring partner.

La prima gara, terminata sette a zero, ha visto di fronte al gialloneri una granata Clodiense in versione tappetone dell'asilo. Niente agonismo, pugna, poco impegno, una scampagnata. L'esatto opposto dall'orgogliosa Clodiasottomarina di settantina memoria, che chi, come me, affonda la propria poca pseudo-cultura in quegli anni di piombo ricorda molto bene.

L'altra, invece, vede come opponente la squadra di Valdagno e Marano V.no, vestita come degli operai dell'Anas e guidata in difesa da un appesantito Baggio, già regista arretrato della Sacilese. Nel primo, ma anche nel secondo tempo, è stato sì importante vedere di fronte un certo grado di competitività, ma in molti, direi troppi momenti si è rischiato l'infortunio. Basti vedere l'uscita anticipata di Tommasiello Heurtaux, soprattutto il fallo da rigore subito dal prode Cirillo du Rhone che avrebbe potuto avere conseguenze fisiche estremamente pesanti.

Capisco che fra tre giorni questi siano impegnati nel primo turno della Coppa Italia Pro; comprendo che di fronte agli spettatori di Udinese Channel volessero metter in mostra le proprie capacità; questi però hanno messo il piede troppo spesso in maniera scomposta, come se si giocasse la partita decisiva del loro campionato.

Lo so: il calcio è agonismo. Mai tirare indietro la gamba. Bla, bla, bla. Ma un caro amico negli anni '90 giocò con la propria formazione di eccellenza veneta un'amichevole contro il Padova che schierava Alessandro Del Piero. Ad un'entrata appena appena troppo dura su Alex, i biancoscudati risposero con una serie di legnate storiche, che si fecero sentire sulle gambe dei dilettanti per diversi giorni.

L'Udinese è stata dunque brava a non cadere nel tranello del nervosismo, e fortunata ad avere un numero limitato di conseguenze fisiche. Auguro all'Altovicentino, una bella squadra della propria categoria, le migliori fortune per il campionato a venire; auguro a me stesso di non vederli più trotterellare accaniti sui campi del Bruseschi.

Tirar le somme tecniche e tattiche sulle gare è decisamente semplice: nel primo impegno i giocatori si sono dedicati di più al fraseggio, al palleggio, all'intesa e qualche volta al preziosismo tecnico. Nel secondo invece la formazione teoricamente più "titolare" ha mostrato qualche titubanza di troppo, sicuramente a causa della forma imperfetta di alcuni giocatori (Totò, Guilherme, Théréau) ma anche, come detto, per la pugnace opposizione dei vicentini, più o meno decoubertinianamente pronti alla difesa del proprio bravo portiere.

Io continuo a esser fiducioso. Non sono per nulla convinto che il mercato in entrata sia chiuso con l'arrivo del cileno Iturra, interessante volante arrivato sommessamente, il quale diventerà probabilmente utile alla causa biacca e carbone. Certo lo sfoltimento della rosa, ad iniziare dall'incomprensibile (qualora si verificasse) sacrificio di Valerio Verre, giovane virgulto buono come il pane e secondo me già pronto alla serie A.

Sabato si gioca contro i còrsi del Bastia, squadra a me grata sin dagli anni settanta. Me li ricordo, Johnny Rep e Drago Dzaijc lanciati dal povero e scarsicrinito bucaniere isolano Claudio Papì, eliminare il Torino in Uefa e qualificarsi per la finale, il vecchio Furiani essendo una roccaforte impenetrabile. Era la corte dei miracoli del guru Cahuzac, la cui parabola si concluse in quel 1978 contro il PSV. Spero che una professione, la mia, autonoma e talvolta operaia non mi impedisca di lanciarmi, armi e non bagagli alla volta delle spiagge (come direbbe Paolo Conte) ché quella contesa sarà più seria, probante e divertente della kermesse vista oggi. Vieppiù, dato che praticamente nessuno si è fatto male, posso dire basta la salute.

Franco Canciani @MondoUdinese

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