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De Canio e vecchi merletti

Dopo Stramaccioni e Colantuono è toccato a Gigi De Canio affrontare il tema Di Natale: e il tecnico lucano l'ha fatto a suo modo, in maniera limpida. L'unica vera domanda è se questa Udinese oltre ai gregari ha anche veri leader nello...

Monica Valendino

Ci ha provato un anno fa Andrea Stramaccioni in maniera diplomatica. Ci ha provato Stefano Colantuono in maniera dura. Oggi tocca a Gigi De Canio riprovarci a suo modo con Di Natale.  "Ho bisogno di giocatori che si allenino con intensità, con la squadra e che siano nella condizione di offrire il massimo delle loro possibilità. Non so quale sia stato il passato di Di Natale, se si allenasse in questo modo… Sono qui da una partita e ho verificato alcune situazioni all’interno della squadra e, visto il momento, ho bisogno che tutti siano al servizio della squadra. Anche a Di Natale ho chiesto di fare questo, il ragazzo ha le sue difficoltà atletiche. Nel momento in cui dimostrerà l’atteggiamento richiesto, di certo non mi proverò di lui. Ma è necessario che dia un contributo ottimale per la squadra. Il mio è stato un invito rivolto anche a Totò ad aiutare la squadra, partecipando alle sedute con il resto dei compagni. Non ho alcune preclusioni a riguardo". Punto. Stop. Non serve aggiungere altro se non che Di Natale non avrebbe preso benissimo questa scelta. Ovvio. Ma serve aggiungere che la scelta non riguarda solo Di Natale, ma anche Domizzi, altro senatore.

Quello che si è letto in queste ore è dietrologia e certe accuse fanno male sia a Di Natale sia a De Canio. Il quale ha semplicemente scelto di usare il potere plenario che Pozzo gli ha concesso tre settimane fa quando lo ha assunto per salvare il salvabile. Il discorso Di Natale non l'ha tirato fuori lui, è vecchio come quello della gestione dei 'Grandi vecchi' in casa bianconera. Come detto Stramaccioni sperava di riuscire a dare un ricambio generazionale in maniera soft: aveva deciso di non essere traumatico, ma alla fine ha pagato lui.

Di diverso approccio è stato Colantuono, fin troppo duro, anche se poi in conferenza stampa disse assieme a Di Natale che non esistevano problemi.

Oggi la scelta di De Canio è limpida e chiara ed è un messaggio al gruppo in queste ultime, caldissime, otto settimane: qui gioca chi sta bene e chi merita. Per gli altri non ci può essere posto, o si allineano a questa semplice regola o stanno fuori.

Certamente quando tieni fuori Perica nessuno se ne accorge, ma quando questo discorso lo fai con Di Natale si apre sempre un dibattito infinito e mille supposizioni. E ovviamente se la gara col Napoli va bene calerà il silenzio, altrimenti se ne continuerà a parlare, dimenticandosi però una semplice cosa: Di Natale quest'anno ha segnato una sola rete. Certo usato in una certa maniera potrebbe essere ancora determinante, ed infatti col Napoli ci attendevamo un utilizzo part time visto che Zapata non sembra reggere 90 minuti ad alto ritmo. Ma De Canio sa anche questo, sa che per salvare l'Udinese non basta fare i calcoli sulla gara col Napoli, ma serve guardare a tutte le partite che mancano. Sa che Di Natale da anni si allena a parte, ma oggi serve un gruppo. E per arrivare a quota 40 serve un gruppo che pedali. La domanda che ci si pone è però se bastano i leader oggi in campo per trascinare tutti i gregari, visto che da inizio anno si parla di senatori oramai ex vita. E' questo, forse, il punto focale visto che questa Udinese non sembra avvezza a lottare per non retrocedere e ha bisogno di capisaldi.

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