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Difetti congeniti e carattere. L’Udinese comunque cresce

L'Udinese dà continuità di risultati, cresce come carattere, ma mostra ancora elementi che non rendono a dovere e qualche errore di troppo

Monica Valendino

Come sottolineato solo un mese fa l'Udinese tra Pescara, Palermo Genoa avrebbe preso tre punti se andava bene. Qualcosa è cambiato. Non è questione di fortuna, è qualcosa di diverso una concretezza tipicamente friulana che fa fronte anche a difetti congeniti che non è dato sapere se siano anche tecnici e se pariranno col tempo. Però adesso i punti si fanno e alla fine è questo quello che conta. Il carattere di Delneri si sta vedendo così come si vede che (finalmente) segnar che i giocatori seguano il loro tecnico.

C'è però ancora tanto da fare: in mezzo al campo Kums è una via di mezzo tra Guilherme e Lodi, ovvero non ha il passo per impostare e davanti alla difesa ancora commette qualche errore.  De Paul è un ibrido che a questa squadra non serve, tanta tecnica fine a sé stessa. Zapata sbaglia ancora tanti gol facili e qualche disimpegno è da censura.

Detto questo il resto è ordine tattico e anche una grinta che da tempo non si vedeva da queste parti.

Esaltare troppo questa Udinese, come qualcuno tenta di fare, è rischioso: serve essere consapevoli dei propri limiti per correggerli. Pensare di essere diventati improvvisamente un cigno dal brutto anatroccolo che era è rischioso. Tenere i piedi per terra è anche questo un atteggiamento tipicamente friulano, che aiuta forse a essere lucidi nei giudizi e nelle scelte.

E' chiaro che qualche elemento non rende ancora e che a sinistra serve trovare ancora la quadratura, ma la sostanza c'è.

Ora la sosta per ricaricare le pile e pensare alla gara col Napoli che sarà un altro esame: passarlo consoliderebbe la classifica ulteriormente e si cache con la tranquillità tutto poi può diventare più facile, anche limare i difetti congeniti.

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