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Domizzi e Di Natale, senatori ex vita?

In casa Udinese tengono banco i possibili addii di Domizzi, Di Natale e forse Pasquale, gli ultimi senatori italiani rimasti

Monica Valendino

I Pilastri della Terra friulana destinati all'oblio? E' questo il destino che attende gli ultimi senatori (ex vita) di Udine? La domanda è sempre più d'attualità, specie dopo le ultime uscite sia in campo sia fuori.

Antonio Di Natale gioca a palleggiare con Paròn Pozzo. "Sa tutto il presidente" va dicendo sul suo futuro da settimane, mentre l'azionista di maggioranza risponde non senza ironia "sa tutto Di Natale". E chi sperava in qualche gol consolatore si è dovuto ravvedere. I giudizi su Di Natale, dopo la gara da titolare con l'Inter non sono del tutto gratificanti. Si va dal 5,5 di Tuttosport, del Corsport e dei quotidiani locali fino al 6 nostro e della Gazzetta. Insomma, non una bocciatura, ma nemmeno un incanto.

Chi vedeva in questa gara quella del possibile rilancio ha visto un Di Natale combattivo sì, ma anche inefficace. A causa di una anemia offensiva che pervade l'Udinese da tempo e che, forse, è concausa del mal di pancia. E mentre la società non si sbilancia, seppur mostrando un ovvio ottimismo, le parole più penetranti arrivano da un altro ex numero 10, quel grande Alex Del Piero che sulla vicenda è chiaro: “Serve chiarezza, spero che Di Natale finisca la stagione: emotivamente è uno umorale, ma deve dare precedenza ai suoi ruoli. Poi, se le cose sono chiare all’interno della società bene, ma renderle trasparenti all’esterno aiuterebbe“.

Infatti la mancanza di trasparenza, questo gioco delle parti, non aiuta né la squadra, né l'ambiente che anche se dinanzi al Capitano, non capisce come un simbolo possa abbandonare la barca a metà stagione.

Il rischio è alto, inutile nascondersi: e al di là delle motivazioni che possono spingerlo a questa decisione, rimane il problema della sostituzione. Perché Di Natale non è solo il simbolo di questa Udinese, ne è il capitano, il punto di riferimento di uno spogliatoio che non è mai stato così eterogeneo. Anche se qualcuno maliziosamente insinua che sia proprio la perdita di leadership a renderlo triste.

Ma c'è anche Maurizio Domizzi a far parlare di sé: gli errori sul campo con l'Inter (e anche quelli commessi col Milan nell'altra gara disputata) non aiutano. Pozzo con lui è stato chiaro: "Se vuole il rinnovo deve mostrare sul campo quanto vale". Ebbene la risposta non è stata confortante, anche se Colantuono cerca di fare quadrato arginando domande e polemiche. Il Pescara ha chiamato, ma pare che a chiamarlo sia stato anche Pinzi che potrebbe fare da tramite per portarlo al Chievo. Domizzi sul suo futuro, al pari di Totò, non si sbilancia, ma è chiaro che qualcosa bolle in pentola.

Il punto è che l'Udinese a gennaio, dopo aver perso amaramente Pinzi, rischia di perdere in un sol colpo anche Domizzi e Di Natale e forse Pasquale, l'altro senatore oramai ai margini e che si deve accontentare di giocare in Coppa. E torna in mente il lavoro che ha tentato di fare Stramaccioni l'anno scorso, mettendosi contro più di qualcuno quando cercava di portare avanti un  avvicendamento che appariva logico, anche se doloroso. Alla fine lui è stato sostituito, i senatori confermati, ma ora a Udine sembra che si possano ammainare anche le ultime bandiere, e soprattutto sembra non esserci nemmeno un ricambio vero e proprio, con i soli Danilo e Felipe leader di uno spogliatoio che rischia di parlare un italiano con accenti marcati.

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