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Ecco la multinazionale Udinese

L’Udinese 2015/16 parla sempre più straniero. Uno spogliatoio sempre più eterogeneo dove a tenere alta la bandiera tricolore sono rimasti i tre tenori, Pinzi, Di Natale e Domizzi, con Pasquale di supporto e il giovane Alex Meret alle...

Monica Valendino

L'Udinese 2015/16 parla sempre più straniero. Uno spogliatoio sempre più eterogeneo dove a tenere alta la bandiera tricolore sono rimasti i tre tenori, Pinzi, Di Natale e Domizzi, con Pasquale di supporto e il giovane Alex Meret alle spalle.

Un po' poco e non solo per campanilismo: le difficoltà di assemblare una rosa multietnica è stata riscontrata dallo stesso Pozzo, che ha scelto di cambiare Stramaccioni col generale Colantuono anche per questo motivo (non l'unico, ovviamente).

In tutto sono 24 gli stranieri attualmente a disposizione, anche se qualcuno da qui alla fine del mese di agosto lasceranno Udine anche per ottemperare alle nuove normative che impongono 25 elementi.

La colonia più cospicua è quella brasiliana, con sei elementi, l'ultimo Marquinho che si aggiunge a Danilo, Neuton, Edenilson, Guilherme ed Evangelista.

Seguono Grecia, Francia e Croazia che regalano due elementi cadauna. Le altre bandiere che sventolano sono quelle di Colombia, Portogallo, Svizzera, Ghana, Cile, Paraguay, Iraq, Uruguay, Mali, Kazakistan (Merkel), Spagna e Venezuela.

Il valore complessivo di questi giocatori raggiunge i 73 milioni, l'95 per cento del valore di tutta la rosa.

Il discorso è però più ampio: la colonia italiana, oltre ad assottigliarsi nel tempo (l'incidenza è diminuita del 40 per cento in dieci anni), sta anche invecchiando terribilmente. I senatori hanno ben oltre 100 anni assieme, chiaro che anche la loro leadership prima o poi andrà sostituita. Già ma con chi? Si può tranquillamente giocare con undici stranieri, ma è così facile trovare certi valori in essi? L'italiano non è più forte, ma molto spesso conosce meglio la realtà dove si trova, ne percepisce gli umori, sa essere più trascinatore e si adatta prima ai problemi che possono subentrare. Perdere questi valori aggiunti è rischioso, non solo per l'Udinese, ma per tutto il movimento calcistico che ha nella Nazionale l'emblema della decadenza di questi ultimi anni.

UOMINI CHIAVE - Se le cose vanno bene non ci sono problemi: l'Inter del 'Triplete', infondo, era ancora più cosmopolita dell'attuale Udinese. Ma lì gli ingaggi e le prospettive lenivano ogni altro problema. A Udine, così come in altre realtà, può diventare complicato gestire la rosa se non si hanno uomini chiave che parlino italiano. Non è fare del facile populismo, ma è vero che quando le cose non girano a essere chiamati in causa sono loro, il nucleo storico tricolore. Anche l'anno scorso i vari Pinzi, Domizzi, Di Natale e Pasquale hanno dovuto cercare di essere i trascinatori, i calmieri, i portavoce e il tramite con la società, chiamati a moderare uno spogliatoio che stava perdendo punti di riferimento. Perché non basta essere forti per essere leader, questa è la verità. La tecnica in campo è una cosa, la leadership fuori un'altra e non sempre vanno di pari passo.  Trascinare significa anche conoscere bene le dinamiche del calcio nostrano e, spesso, questo non accade per i giovani virgulti stranieri che guardano a sé stessi prima che al resto. E' un fatto fisiologico, succede a Udine come altrove. Però succede.

NAZIONALI - Sono otto i titolari nelle rispettive nazionali, ma molti altri gravitano nelle rappresentative giovanili o, comunque, sono nell'orbita dei rispettivi CT. anche questi fattore non è trascurabile, visto che i calendari internazionali, da anni, privano gli allenatori bianconeri di buona parte della rosa per parecchi giorni. Il primo assaggio quest'anno lo avremo alla seconda giornata, quando la A si fermerà: Colantuono potrebbe ritrovarsi ad allenare la 'bellezza' di una decina di elementi se tutti i papabili verranno chiamati. Non sarà l'unica volta e anche questo aspetto non è trascurabile. Guidolin era solito tenere fuori chi sopportava lunghe trasferte, o chi tornava proprio a ridosso delle gare. Ora vedremo cosa farà il tecnico di Anzio, ma di certo non si potrà stravolgere l'undici base. Un onore, come sempre, ma anche un onere, quindi avere tanti nazionali. Ovviamente ci sono grossi club che hanno ancora più problemi, e il livellamento numerico delle rose dovrebbe recare, se vogliamo, più danni a loro che all'Udinese, ma il problema c'è.

UNDICI STRANIERI - E' già successo, succederà: in campo undici stranieri. Karneizis, Heurtaux, Danilo, Piris; Edenilson, Badu, Guilherme, Marquinho, Ali Adnan; Zapata, Thereau con Romo, Neuton, Iturra, Widmer, Fernandes, Kone, Aguirre pronti all'uso...

Insomma la multinazionale Udinese è il simbolo del calcio moderno a tutti gli effetti. Anche se, come dice qualcuno, poi questi problemi si vedono solo se le cose vanno male, perché quando si vince in campo ci sono solo due colori (il bianco e il nero), mentre tutti gli altri sfumano.

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