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La rabbia e l’orgoglio

Gli arbitri li lasciamo alla fine. Per prima cosa è bello sottolineare ancora quanto fatto da Totò Di Natale: come scritto a caldo, i 205 gol che significano aver raggiunto Baggio nella classifica di tutti i tempi, sono tanta, tantissima roba....

Monica Valendino

Gli arbitri li lasciamo alla fine. Per prima cosa è bello sottolineare ancora quanto fatto da Totò Di Natale: come scritto a caldo, i 205 gol che significano aver raggiunto Baggio nella classifica di tutti i tempi, sono tanta, tantissima roba. Un’immensità. solo il futuro farà capire bene quanto è significato il capitano per l’Udinese negli ultimi 10 anni. Un giocatore capace di andare in doppia cifra per nove anni di seguito è unico nel panorama calcistico italiano.

Ora, se è vero come pare, che alla fine del campionato smetta c’è da capire davvero come la società si muoverà: per sostituire un re non basta un giovane principe.  Consapevoli anche del fatto che se mai arriverà uno da 20 gol in un stagione, per trattenerlo serviranno sforzi non da poco: Di Natale è stato unico anche perché il suo amore verso Udine ha consentito di ‹ vivere tranquilli ›, di potergli cucire addosso squadre.  Lui ha risposto con salvezze e con sogni. Ci sarà tempo per ragionare su questo.

Adesso c’è da concentrarsi sul presente. L’Udinese di Stramaccioni perde e convince. Convince per la rabbia e l’orgoglio messo in campo contro un’Inter spaesata dinanzi alla foga dei bianconeri martoriati da un Rocchi che definire protagonista è poco.

I  38 punti di questa stagione sarebbero potuti essere almeno 45, visto che le varie classifiche specializzate negli errori arbitrali dicono che ai bianconeri ne mancano dei 6 ai 9. Friulani che, è bene ricordarlo, non hanno ricevuto nemmeno un rigore a favore. Insomma, Stramaccioni tra problemi vari ha ottenuto dai suoi non solo una salvezza anticipata, ma anche risposte concrete sul futuro.

Che comincia tra un ritrovato orgoglio friulano, consolidato dalla standing ovation riservata dai tifosi alla squadra, e finisce con la rabbia: perché qui tutti vogliono crescere, ma serve rispetto anche dalla Federazione. Quello visto in campo da Rocchi & C è a dir poco una pagina nera degli arbitri italiani: qualche presa di posizione non sarebbe da disdegnare.

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