rubriche

Lascia che sia

L'Udinese che cresce come gruppo: lascia che sia, ogni altra cosa è superflua

Monica Valendino

L’Udinese ha una dote che sta emergendo: non ha le individualità che l’hanno caratterizzata per anni, ma ha un collettivo che sa che deve soffrire per ottenere i risultati e sa bene che, come una gazzella, deve correre più del leone per sopravvivere.

L’Udinese è agile  e veloce, ha una una condizione atletica invidiabile e un carattere mai domo. Basta questo piccolo mix di ingredienti per ridare respiro a una classifica che ora improvvisamente ci si accorge che, no, non è così male. Anzi, ci si chiede davvero cosa potrà essere in un campionato dove perfino l’Atalanta si concede il lusso di andare a vincere a Roma.

L’assicurazione sulla vita firmata al Bentegodi andrà sfruttata a dovere nei momenti più duri (non mancheranno), ma intanto questa schiera di gregari va avanti.

La forza è del gruppo: qualcuno ha scritto che era diviso, ma non è solo per le foto o i messaggi sui social che ci si accorge che non è così. Si dice che nello sport le difficoltà ti rafforzano e in casa bianconera è scattata una molla che ha cementato lo spogliatoio. Da questo è scaturito il carattere che si è visto in campo a Verona, ma anche prima con Samp e Napoli e in patte anche col Sassuolo.

Insomma, la strada è quella giusta a prescindere da quello che deciderà di fare Di Natale: la cosa migliore in questo caso è lasciare che sia. Non andiamo ad aggiungere altro a quanto si è detto e scritto. Se mai il capitano decidesse di dire basta, questa Udinese andrà avanti comunque. Lo ha dimostrato bene sul campo, ed è quel che conta, ma Totò ha dimostrato sul campo quanto può essere ancora un diamante splendente.

Si lasci che sia così com’è: un campionato che passa dalla paura alla fiducia in due settimane è a dir poco snervante, per questo meglio andare con la corrente e vedere dove porta. Qualche ansa rallenterà la marcia, ma alla fine tutti  fiumi arrivano al mare.

L’Udinese di oggi è diversa da quella anche solo di un mese fa: è pratica, è squadra. E ha una solidità difensiva che può fare la differenza. I tempi sono cambiati, una volta era tutto fondato su Di Natale che segnava anche se la difesa faceva qualche flop, ora si segna molto meno, ma con una sicurezza dietro che vale ugualmente tanto, anche se singolarmente si può afre ancora più attenzione (vedi secondo gol del Chievo).

Lasciamo che sia, tutto così com’è, senza andare a fare investigazioni e ipotesi su temi che poco importano col campo. Che alla fine ha sempre l’ultima parola, e in questo caso è una parola dolce che sa di salvezza e, chissà, forse qualcosa di più se i ragazzi ci crederanno.

E come vantano i Pooh, « Canta facciamo finta che il tempo non conta , spendimi accanto stanotte soltanto, è tempo di noi ».

tutte le notizie di

Potresti esserti perso