rubriche

Le nuvole

Il senso della pochezza tecnica manifestata dall’Udinese nelle prime due uscite stagionali è tangibile e molti quesiti nascono...tra le nuvole

Sergio Salvaro

Nel 1990, a sei anni di distanza dall’uscita di Creuza de ma, il suo capolavoro dedicato al dialetto genovese e alla musica etnica, Fabrizio De Andre’ pubblicava Le nuvole. Un album che voleva essere un pesante atto d’accusa verso una societa’ decadente, corrotta, incline al compromesso in nome di uno scopo da raggiungere, nobile o meno che esso fosse. Ma anche e soprattutto, fin dal titolo, un richiamo alla tradizione greca e ad Aristofane, per il quale le nuvole costituivano allegoricamente quell’elemento in cui si riflettevano i potenti, che impedivano al popolo, privo di adatte contromisure, di vedere il sole della verita’.  Immergendoci nuovamente nella realta’ di oggi, alla vigilia di Udinese-Empoli, match che questa sera, con inizio alle 20.45, segnera’ il debutto casalingo dei bianconeri in campionato, notiamo che i soggetti tramandati dalla tradizione greca si possono riconoscere anche in questo nuovo, travagliato inizio di stagione per i colori bianconeri.

L’affezionato “popolo” costituito dai tifosi, ancora una volta, ha risposto presente: poco piu' di 10.700 tessere sottoscritte, un numero in leggero aumento rispetto a quello della scorsa stagione, e tutto questo dopo un triennio non soltanto privo di significativi risultati sportivi, ma caratterizzato da un trend che fa registrare un costante e per ora inarrestabile peggioramento da quella maledetta serata di agosto del 2013 allorche’ le zebrette persero a Trieste la gara d’andata dei play-off di Europa League contro lo Slovan Liberec segnando il passo d’addio alle competizioni europee. A nostro avviso quella gara decreto’ di fatto la fine dell’era Guidolin: al tecnico di Castelfranco vennero imputate le maggiori responsabilita’ per una stagione, si disse, in chiaroscuro, alla quale si sarebbe dovuto porre rimedio da subito. Le scelte riferite alla conduzione tecnica, da allora, non hanno portato ad alcunche’ di buono. Le nuvole addensatesi prima su Stramaccioni, poi su Colantuono ed in parte anche su De Canio sono state sospinte sui cieli friulani da uno score che parla di diciassette punti nel girone di ritorno della stagione 2014-2015 per il tecnico ex Inter, di sei nelle prime dieci della fase discendente del torneo per il tecnico di Anzio, con conseguente esonero a favore di De Canio, che ha si’ salvato per il rotto della cuffia le zebrette, ma non ha strappato il sospiraato rinnovo di contratto.

Eppure Stramaccioni non era stato l’allenatore che aveva fatto cosi’ bene a livello giovanile e che aveva inflitto alla Juventus la prima storica sconfitta casalinga allo “Stadium”? Che ne e’ stato della grinta di Colantuono, quella grinta che aveva consentito in due diverse stagioni all’Atalanta di salvarsi con tranquillita’ nonostante ripetute penalizzazioni?

Perche’ due allenatori che, lontano da Udine, avevano storicamente proposto un calcio che prevedeva chiare alternative al 3-5-2, ci hanno raccontato fino alla noia che l’Udinese non poteva prescindere da questo canovaccio tattico?

I limiti stavano nella loro incapacita’ di rinnovarsi e di sciorinare una visione nuova ed altresi’ logica del gioco del calcio, o nella pochezza dei mezzi tecnici messi loro a disposizione? Se davvero i grandi fuoriclasse, quelli che parlano una sola lingua, che e’ quella del giocare bene a pallone e dell’intendersi a meraviglia qualsiasi sia l’idioma parlato, non potranno mai calcare il terreno del “Friuli”, perche’ non trovare per i componenti la rosa uno strumento comunicativo davvero condiviso, garantito da calciatori di casa nostra, che possano mettere un po’ d’ordine in questa Babele di lingue e di culture? La “legione straniera”, e’ un fenomeno che ad Udine e’ imposto dalla necessita’ di reperire giocatori a buon mercato, vista la scomparsa di quell’istituto giuridico che erano le comproprieta’, che tanto aveva dato ausilio all’operativita’ di un sodalizio come quello gestito dai Pozzo? O ci sono altre ragioni?

Tutti quesiti che rappresentano ideali “nuvole” tra le quali si vorrebbe vedere far capolino un po’ di sole. Beppe Iachini questo cielo cosi’ “nuvoloso” se l’e’ ritrovato, anche se per amore della verita’ va aggiunto che la scelta societaria e’ caduta su di lui in nome della voglia di riscatto sua, dopo le disavventure dell’ultimo anno a Palermo, che e’ stata a sua volta presa a pretesto per traslarla a parole sulla squadra, e trovare la scusante per il piu’ classico dei “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Altre “nuvole” si addensano nel frattempo sui cieli friulani. Posti di fronte all’ennesimo tecnico pronto a sposare almeno all’inizio la causa dell’imprenscindibilita’ del 3-5-2, ci si domanda a cosa sia dovuta  cosi’ tanta insistenza su questo modulo, e perche’ si continua ad acquisire elementi dalla supposta duttilita’ tattica, che tale non si rivela alla prova dei fatti se, nell’ambito di un canovaccio tattico dove le ali devono saper combinare le due fasi di gioco, difensiva ed offensiva, gli interpreti a disposizione sono palesemente lacunosi nello svolgimento dell’uno o dell’altro compito. E non vi e’ solo testardaggine nel proseguire col 3-5-2: a tutto cio’ va aggiunta l’aggravante che consiste nel proporre questo schema con una accentuazione del suo aspetto muscolare piuttosto che di quello tecnico.

Il risultato e’ essenzialmente quello di dichiarare apertamente agli avversari: “Siamo qui, sbranateci” e di sacrificare il talento di chi come De Paul a Roma e' stato  schierato come punta d'appoggio a Zapata. In questo triste contesto di evidente confusione tecnico-tattica, peggio ancora va ad Andrija Balic. Gia’, proprio lui, la “nuvola” per eccellenza. Un ragazzo abilmente strappato lo scorso inverno alle brame di Walter Sabatini, Beppe Marotta e Fabio Paratici –non certo gli ultimi babbei del calciomercato- e non fatto scendere in campo nemmeno per un minuto. Forse anche in questo caso, le “nuvole” resteranno tali, e la schiera di coloro ai quali sara’ impedito di vedere il sole restera’ nutrita. A tanti puo’ far comodo il continuare a mantenere celate delle verita’ scomode. Difficile che giocatori nuovi sbarchino ad Udine non solo da qui alla conclusione della finestra estiva di mercato, ma anche in proiezione immediatamente futura. In un mondo come quello del calcio, ai successi corrispondono gloria e quattrini, e, di riflesso ,appeal sfoderato, nei confronti dei potenziali tesserati, da parte di una societa’ piutttosto che un’altra. In questo senso, il sodalizio bianconero e’ da tempo ai minimi storici.

I vertici bianconeri pensino a quest’ultimo aspetto, che e’ importante se si vuole dare consistenza tecnica alla squadra e trasmettere il senso di un minimo di passione e di credibilita’ anche verso i tifosi. Su questo fronte, la societa’ farebbe bene non tanto a bearsi per il fatto di aver superato in quanto ad abbonati la quota raggiunta da Napoli e Milan, quanto a sondare con regolarita’ l’umore della propria base, splendidamente rappresentata dal tifoso dei tifosi, paron Giampaolo Pozzo,specie nelle circostanze in cui, magari riferendosi a tecnici che di anno in anno deludono le attese, afferma: “Abbiamo pazienza, ma la pazienza non e’ illimitata”. E’ un discorso che vale per tutti. Anche sul versante tecnico-sportivo, gia’ prima dell’importante sfida all’Empoli di stasera, i fatti che si sono susseguiti da sabato scorso ad oggi hanno contribuito a mettere un po’ tutti con le spalle al muro. Gia’, perche’ la super Roma con la quale per sessanta minuti “si e’ fatto bene” (solo difendendosi?!)  si e’ disintegrata davanti al Porto, e lo Spezia dei fenomeni di Coppa Italia ha pareggiato in casa, nell’esordio del campionato di B, rimediando solo nel finale contro la non trascendentale Salernitana.

Tutto questo da il senso della pochezza tecnica manifestata dall’Udinese nelle prime due uscite stagionali ufficiali. Stasera, cambi di modulo o meno, la compagine bianconera dovra’ nuovamente far rimbalzare in alto i propri valori barometrici, riportando il sereno sui cieli di Udine, altrimenti nuove “nuvole” potrebbero addensarsi rendendo (e non ce lo auguriamo) ancor piu’ cupa un’atmosfera che al momento e’ gia’ abbastanza preoccupata e preoccupante.

tutte le notizie di

Potresti esserti perso