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L’Uomo dei sogni

Andrea Stramaccioni è saldamente sulla panchina dell’Udinese. In più occasioni, più di qualcuno ha dubitato di questo, mai la società, mai il diretto interessato. Perché allora tanta acredine o diffidenza verso il tecnico romano?...

Monica Valendino

Andrea Stramaccioni è saldamente sulla panchina dell'Udinese. In più occasioni, più di qualcuno ha dubitato di questo, mai la società, mai il diretto interessato. Perché allora tanta acredine o diffidenza verso il tecnico romano? Difficile dirlo. La simbiosi tra friulani e squadra, società, tecnici a Udine è sempre particolare nella sua genesi. Qualcuno, arrivato come 'l'uomo che porta le squadre in B', ovvero Luciano Spalletti è stato poi osannato per finire tra i fischi a causa di un addio mal digerito da queste parti.

Alberto Zaccheroni, esempio ancora per quasi tutti, è stato ampiamente fischiato specie nella prima parte della seconda stagione, prima del famoso 3-0 alla Juve.

«Fastidio? Diciamo che ci stanno nell’ottica delle tre sconfitte consecutive. Si tratta di un costume del calcio italiano, basato molto sulle sensazioni, sui risultati più che sui progetti. E da questo punto di vista devo riconoscere che la vicinanza di Gianpaolo Pozzo in quei momenti difficili è stata per me la conferma della bontà della mia scelta: sono in un club che non si fa condizionare e che non trascura i rapporti umani. Il presidente mi ha trattato come un figlio, mi ha incoraggiato», la risposta di Strama alle critiche, alle male lingue attraverso il Messaggero Veneto. Senza polemiche, col sorriso, come da suo stile, piaccia o meno.

E su chi mette in giro voci su prossimi allenatori, su chi li consiglia, sarebbe bene che inizino a parlare di calcio, di Udinese, non di supposizioni (o speranze o ancora peggio interessi personali). Perché come dice Strama  «ho letto alcune inesattezze nel corso delle scorse settimane. Io ho firmato un accordo biennale con l’Udinese. Si tratta di un accordo con una clausola risolutiva in uscita da parte mia, con un premio a favore del club nel caso arrivasse un’offerta per il sottoscritto. Questo è il meccanismo, ma io non ho la minima intenzione d cambiare aria. Voglio restare qui per aprire un ciclo».

Il tecnico però anche si difende, con garbo, ma anche con qualche sassolino che è giusto togliersi. Chi lo accusa si dimentica che, come scriviamo da tempo, questa squadra è molto più debole delle ultime, che il soprannome di 'Copperfield' non è casuale, perché quando hai mezza rosa fuori per infortunio, insieme ad alcuni elementi che non girano al 100 per cento puoi poco: «Ci sono delusioni, ma non vorrei fare dei nomi, questa non è il palcoscenico giusto. So tuttavia che l’Udinese avrebbe dovuto avere di più in certi ruoli. E penso soprattutto a quelli “di costruzione”. Questione di caratteristiche tecniche e anche di personalità. Ma non c’è nessun bocciato. Al limite qualche rimandato». Già rimandato: al giudizio di Pozzo che vuole da Strama risultati nel nuovo stadio perché come lui stesso ha promesso, vorrebbe alzare l'asticella.

Ma l'asticella si alza con investimenti certi, non troppi, ma almeno uno per reparto, forse due in avanti se partisse Di Natale sul quale Strama ha un'idea. O meglio, una speranza. Magari avere Quagliarella per far cambiare idea al capitano a giocare col tridente, il modulo che lui ha amato proporre quando allenava le giovanili della Roma. Alla faccia del 'difensivista'! Chi lo accusa di questo non sa molto di calcio: perché primo le case vanno costruite dalle fondamenta, secondo Strama si sta battendo in allenamento per sgrezzare quei giovani nati con allenatori che hanno pensato alla tattica, più che all'uno contro uno, che non è un modulo, ma il vecchio, caro modo di intendere il calcio, quello che ha portato sempre risultati, perché sono i duelli a fare la differenza.

Infine i difetti, dei friulani e suoi:  «I pregi li ho sempre sottolineati: qui si vive anche il calcio senza isterismi. L’altra faccia della medaglia? Piove un po’ troppo. Ma almeno in centro ci sono i portici. E mancano i treni diretti per Roma. Ma così resto di più qui: mi trovo bene.  Sono uno che dice le cose in faccia a tutti. Ai miei giocatori, ai tifosi, anche alla stampa. Sono fatto così: ci metto la faccia e non amo nascondermi. A volte è un difetto, altre può essere un pregio: non riesco a dire “è stata una buona partita” quando so che quella era una prestazione inguardabile».

Questo è Strama, Stramamore lo abbiamo chiamato, quasi come il personaggio creato da Kubrik. Ma forse il personaggio che più gli si addice è quello di Ray Kinsella, il protagonista de'L'uomo dei sogni', splendida chicca cinematografica diretta nel 1989 da Phil Alden Robinson.

La frase di quel film? 'Costruiscilo e lui tornerà'. Sembra fatta apposta. Un invito che tutti voi, cari lettori, potete immaginare a chi è indirizzato. A chi è diretto, a cosa si riferisce. Andrea Ray Stramacconi, ci crede, perché in fondo è come noi tutti: un sognatore. Pragmatico, ma sognatore.

©Mondoudinese

 

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