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Murillo e i rimpianti bianconeri

Storie di difensori: mentre l’Udinese in questa finestra di mercato sta cercando un centrale da abbinare a Danilo (Wague è giovane, Heurtaux in partenza, Domizzi non può reggere una stagione intera da titolare), ecco che nascono i...

Monica Valendino

Storie di difensori: mentre l'Udinese in questa finestra di mercato sta cercando un centrale da abbinare a Danilo (Wague è giovane, Heurtaux in partenza, Domizzi non può reggere una stagione intera da titolare), ecco che nascono i rimpianti.

Due su tutti: Gabriele Angella, una sola stagione a Udine dove aveva già ricevuto il soprannome di 'capitan futuro', poi Jaison Murillo, il colombiano che ha steso il Brasile in Coppa America e che a Udine non è mai passato, pur essendo stato tesserato dal club bianconero.

Nel 2010 fu acquistato dal Deportivo Calì per poi essere prestato al Granada B, la società satellite allora in Segundo. Chiaro l'intento: farlo giocare con continuità, visto che in Italia sarebbe stato chiuso. Poi la crescita fino a diventare uno dei punti di forza del Granada dei grandi, in Liga. Dalla Segunda al massimo campionato spagnolo, dove è cresciuto ed esploso, tanto da finire nel mirino dell'Inter che l'ha acquistato dall'Udinese qualche mese fa. Si parla di circa 10 milioni, ma al di là dei soldi è chiaro il rimpianto per non averlo mai visto al 'Friuli', almeno per provare.

Ma i due difensori non sono i soli che possono essere annoverato tra i rimpianti: Vydra, l'anno cross al Watford, sarebbe potuto essere utile a Stramaccioni in inverno quando gli infortuni hanno falcidiato l'attacco.

Stesso discorso per il nazionale messicano Miguel Layun, anch'egli agli Hornets:con i problemi evidenziato quest'anno alla sinistra, avrebbe potuto dire la sua.

Ora viene però il bello: il Granada e il Watford reclamano rinforzi per giocarsela in Liga e, soprattutto, Premier League. In Inghilterra sono già sbarcati i tecnico già vincitore di un'Europa League, Sanchez Flores, oltre che il difensore Prodl. A Udine si incrociano le dita: che non debbano anche loro essere annoverati tra i rimpianti di chi non ha potuto dire la sua sotto l'arco del Friuli.

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