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Più forti dell’arbitro.

L’Udinese perde una partita che sulla carta doveva essere proibita, più che proibitiva, e che invece è parsa uno scontro diretto. La partita di questo pomeriggio ha ricordato quell’Udinese Roma 1.2 che decretò la fine dei sogni di...

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L'Udinese perde una partita che sulla carta doveva essere proibita, più che proibitiva, e che invece è parsa uno scontro diretto.

La partita di questo pomeriggio ha ricordato quell'Udinese Roma 1.2 che decretò la fine dei sogni di gloria friulani e la rottura con Cuadrado. Come quella volta, anche oggi l'arbitro ha deciso il risultato. E fermiamoci qua, a due settimane dal tirare in ballo Mafia Capitale per gli arbitraggi pro-Roma si poteva scegliere un arbitro che non fosse proprio del territorio interessato (non contano le provincie). Una partita giocata così alla pari poteva essere decisa solamente da degli episodi. C'era un rigore nettissimo su Kone, hanno inventato un gol per la Roma. Patatrac!

Ma sta di fatto che l'Udinese di Stramaccioni se la gioca alla pari contro la Roma squadra più tecnica d'Italia. Il possesso palla finale non decreta un netto dominio romano visto che è stato sempre sterile ed anzi, fino a pochi minuti dalla fine i più pericolosi sono stati proprio i bianconeri.

Ottime le scelte del tecnico romano. Domizzi che non ha più lo sprint per correre dietro agli avversari è stato messo al centro della difesa dove poteva ancora mostrare quali sono le sue qualità nell'uno contro uno. Bene le fasce, con Widmer e specialmente Kone e Silva che mettono in crisi uno dei punti di forza della squadra capitolina. Ed è giusta anche la scelta di Gejio titolare. Lo spagnolo ha fatto reparto da solo, permettendo a Totò di tirare il fiato e mostrare i suoi colpi migliori. E' magico il cross che Silva non riesce a mettere in rete e che avrebbe cambiato le sorti della partita.

Quella scesa in campo era un'Udinese con carattere, con grinta, con voglia di pressare. Finalmente Allan ha capito che deve lasciare la timidezza negli spogliatoi e che può benissimo saltare l'uomo, dalla metà campo in su. Il suo secondo tempo fa ben sperare per il futuro. In una squadra povera di giocatori che sappiano partire in dribbling le sue qualità possono essere preziose come l'oro.

A volte serve una sconfitta per capire che si può vincere. Mi ricordo una bellissima scena di uno dei migliori film del compianto Robin Williams. La pellicola in questione è “Al di là dei sogni” e la frase rappresenta la morale di fondo del film: “a volte per vincere, bisogna prima perdere”.

Successe così l'anno della promozione dell'Udinese di Fedele ed anche il primo anno del Guidolin II. Perdemmo le prime quattro partite, perdemmo contro la Roma e ci venne rubata (diplomazia non è sinonimo di falsità) anche la partita contro il Parma. Da una sconfitta immeritata la squadra prese coscienza della propria forza, non solamente delle proprie potenzialità. Concetto assai arido quello delle potenzialità, vero Guilherme?

La verità che possiamo creare da questa partita è che siamo più forti della Roma, se vogliamo. Che siamo più forti del Milan, visto che ci ha fermato solo un arbitraggio immondo, sia quella domenica che questa. La verità è che se non lottiamo perdiamo in casa con squadre mediocri come Verona o Chievo, ma che se impersonifichiamo il carattere di Kone e la professionalità di Gejio, allora non c'è squadra in A che ci possa battere in partenza.

Garcia a fine partita si è impomatato le guance, ha messo naso rosso e parrucca e ha sventolato l'uso della tecnologia per la bontà del gol della Roma, proprio mentre Galliani ammetteva che il non gol contro il Milan era giusto e quello assegnato alla Roma era sbagliato.

Beh, è successo l'impensabile: un arbitro a venticinque metri dall'azione, coperto nella visuale da Domizzi e un giallorosso, ha contraddetto il giudice di porta che era in linea e ha visto benissimo che la palla non era entrata. L'Italia è il paese del sospetto... è vero! Funziona così: si ha un sospetto, poi passa il tempo e viene fuori che era fondato (Tangentopoli, Calciopoli, Mafia Capitale etc etc...) ma è troppo tardi per rimettere le cose a posto. Così si inizia di nuovo con nuovi sospetti. E' ciclico.

Sta di fatto che Roma e Juventus si stanno giocando lo scudetto a colpi di arbitraggi, e non a colpi di gioco (povera Italia e il suo campionato...). Sta di fatto che a Udine in tanti si sono alzati la domenica mattina, sono andati allo stadio pensando di guardare una partita di calcio e si sono accorti di aver pagato il biglietto per vedere un arbitro giocare la sua personalissima partita.

Ma l'Udinese c'è, è cresciuta e nel ritorno di questo campionato può fare male davvero, arbitri o no! Può togliersi delle soddisfazioni, dei sassolini dalle scarpe, deve solo volerlo. Deve solo bramarlo.

Buon campionato a tutti!

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