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Proiettati al 2016. In attesa di capire cosa farà Di Natale

L'Udinese vince meritatamente a Torino e si tuffa nel 2016: in attesa di capire cosa farà Di Natale da grande e in attesa del mercato

Monica Valendino

Superata quota 21, espugnato l’Olimpico di Torino, ora per l’Udinese è tempo di futuro e per prima cosa si parla, inevitabilmente, di Di Natale. Paròn Pozzo è certo: « Continuerà, smette il prossimo anno. Deve gestirsi ma può giocare ancora. Ha tanta classe e sarà utile per noi nel proseguimento della stagione ».

Sulla stessa linea anche mister Colantuono, che ribadisce sempre che «mi auguro che scelga di continuare ».  Insomma tutti stanno cercando di convincere il capitano a non mollare. Lui le prestazioni le fa, magari non segna più come una volta, ma immaginare l’Udinese a inizio 2016 senza di lui è davvero difficile e la sensazione è che gli sia tornato il sorriso.

Di certo Totò, però,  non può attendere troppo: entro fine mese, alla ripresa, dovrà dire cosa farà da grande. Anche perché il mercato incombe e la sua decisione inevitabilmente peserà.

Ma il mercato in ogni caso dovrà portare qualcosa davanti: non abbaglino le prestazioni, qualitativamente serve qualcosa, un paio di elementi che sappiano fare la differenza e far fare il salto di qualità alla squadra.

A Torino, dopo l’ennesima figura non esaltante, dicono che Quagliarella non è poi così incedibile, anzi. Con 5-6 milioni Pozzo potrebbe afre un regalo a sé stesso, ai tifosi e a Di Natale. Quagliarella, assieme a Zaza, è il più ambito dalla piazza, che è un po’ stanca di sentire nomi proposti e portato al Watford. Portare entusiasmo con un colpo non solo utile, ma anche d’immagine potrebbe aiutare a rendere il Friuli ancora più caloroso.

Intanto l’Olimpico di Torno lascia  anche la maglia nera dell’anno solare al Verona. Un anno non di certo memorabile,  per questo il 2016 deve essere di svolta. Pozzo dice sempre che è stanco di soffrire, che il calcio per lui è una passione: allora cosa facciamo, la accendiamo? A Udine basta poco. Il carattere della squadra c’è, un pubblico che si affeziona anche, mancano solo un paio di ingredienti forse: più italianità e un paio di bandiere a cui affezionarsi oltre che essere utili. Udine è pur sempre una grande osteria calcistica dove tutti hanno la loro opinione, ma dove tutti hanno anche rispetto degli altri. Questo è il tesoro del Friuli da portare in toto nel nuovo anno. Lo ha sottolineato anche mister Colantuono.

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