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Udine, anno zero

C’è una strana atmosfera a Udine, poco natalizia: ricorda quando si era scuola e finivano le vacanze e dovevi ricominciare qualcosa, ma con la testa ancora presa tra sogni e sole splendente. Questo è, invece, solo l’inizio di un nuovo inizio...

Monica Valendino

C’è una strana atmosfera a Udine, poco natalizia: ricorda quando si era scuola e finivano le vacanze e dovevi ricominciare qualcosa, ma con la testa ancora presa tra sogni e sole splendente. Questo è, invece, solo l’inizio di un nuovo inizio se ci permettete il gioco di parole.

A genova si è vista una battaglia, con giocatori lanciati a sorpresa, non di certo quelli che a inizio anno dovevano are la differenza. Ma la squadra ci ha messo sostanza, voglia  di combattere, insomma ha mostrato che non sono i nomi dietro la maglia a fare la differenza, ma il rispetto per il simbolo che porti davanti.

Udine, anno zero, dunque. Molti, se non tutti, speravano  in estate che questo fosse l’anno della rivoluzione e con essa i risultati: un solo titolare venduto (Pereyra), molti giovani interessanti arrivati per essere valorizzati, come da logica societaria.

Ma l’anno zero comincia adesso, perché l’eredità, la ruggine passata non si cancella in piazza tra un bagno di folla. Strama lo sa bene, non è sprovveduto anche se giovane. Ha capito subito che ha dovuto prendersi a carico una situazione che aveva ancora molti dei problemi passati: appagamento in qualcuno, mercato per altri, dinamiche di spogliatoio consolidate, un mercato non proprio azzeccato davanti dove per fortuna Di Natale segna, ma ancora non si riesce a trovare un assetto definito e definitivo.

Vecchie paure, poi, riemergono troppo spesso e questo fa capire quanto sia duro il lavoro di Strama & Stankovic.

Meglio cominciare l’anno nuovo con motivazioni nuove e - soprattutto - convinte, questo il messaggio che arriva da Genova.

Anno zero soprattutto davanti: in estate tutti pensavano a gol a raffica in due per Di Natale e Muriel. Se il capitano, in casa più che fuori, mantiene le premesse di sempre (a Genova infatti è stato in panchina), il colombiano sta facendo capire che  Guidolin non aveva tutti i torti: infortuni e ambizioni non vanno d’accordo con le necessità bianconere e nemmeno l’inadattabilità a ruoli diversi da quello che crede essere il suo. Per questo a gennaio comincia l’anno zero forse anche sul mercato si avrà qualche sorpresa, oltre che qualche acquisto che pare dovuto in attacco.

Certo è che l’Udinese deve ripartire: 3.4 tiri a rete a gara sono pochi, un dato preoccupante che urge un cambiamento, nonostante una classifica che guarda all’Europa, non neghiamolo. per questo migliorare è un obbligo, anche per il club, che può sfruttare un anno mediocre delle altre per tentare un’impresa quando si sta invece solo pensando a ostruire prima di tutto.

Motivazioni nuove per una rinascita, il 2014 si chiude, il 2015 si pare con nuove aspettative a partire dallo stadio. Ma una struttura in sé non è nulla se no c’è un’anima dentro. Guardate Palazzo Chigi per capire cosa intendiamo. Perché l’Udinese uscita da Genova  ha portato con sé un punto, ma anche unpanima. Che va trasmessa, continuata a coltivare. E’ lo spirito friulano, combattente e fiero che si vuole sempre vedere.

Oggi chi se la prende accanitamente ancora con Valeri o con il modulo non vuole vedere oltre il dito, mentre lassù c’è una Luna da guardare. Che sia calante o crescente non sta a noi dirlo. E’ l’Udinese che ha in mano il suo destino in questo anno zero. Strama lo ha fatto capire: largo al nuovo per un vero cambiamento.

"Moval©Mondoudinese

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