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Udine non merita questa gogna mediatica mistificata

Quanto successo a Udine dopo Udinese-Roma è stato enfatizzato, ma soprattutto mistificato dai media nazionali che si sono lanciati in pregiudizi. Senza nemmeno guardare a come sono andate le cose. Anche il club bianconero dovrebbe intervenire per...

Monica Valendino

Lo chiamano "Quarto Potere" e ci sarà un motivo: i media oggi possono creare una notizia, manipolarla, diffonderla anche se non corrisponde alla verità. E il messaggio che poi arriva alla massa è deformato a piacere di chi lo diffonde.

Quel che è accaduto per i tifosi dell'Udinese non solo è denigrante nei loro confronti, ma è una gogna mediatica che non meritano. Anche perché è basata sul nulla.

I fatti: succede che quei geni di giocatori bianconeri, dopo l'ennesima sconfitta, dopo una prestazione tutt'altro che confortante, dopo una contestazione civile (l'entrata sugli spalti degli Ultras con 15' di ritardo), decidano senza che nessuno li fermi di andare sotto la curva Nord appena dopo il triplice fischio di Mazzoleni con la Roma (senza nemmeno essere stati chiamati, sia inteso).

Forse sono stati spinti dall'ingenuità, ma fatto sta che non era quello il momento di andarci. Così si sono presi una buona dose di "vaffa", di "andate a lavorare", di epiteti vari che non sono di certo strani quando si parla di calcio e tifosi. Ma nessuna minaccia, nessuna invasione di campo, nessuna intimidazione. E tanto meno nessuna premeditazione.  Tanto che la Questura di Udine, lunedì ha voluto specificare che non c'è stata nessun “avallo o mediazione per la decisione della squadra di andare sotto la curva al termine della partita; è stata un iniziativa della squadra".  Insomma a è tutta farina del loro sacco. Come la reazione di Danilo (che ha poi chiesto scusa pubblicamente sempre lunedì sera).

Fuori dallo stadio, poi, nessuna violenza, solo un raduno di tifosi (c'erano anche donne e persone non più giovanissime) che hanno lanciato i soliti cori, voluto guardare soprattutto in faccia i volti dei non protagonisti, ovvero i giocatori, lo staff dell'Udinese intero. Una manifestazione ben controllata dalle forze dell'ordine, ma anche una manifestazione spontanea nata dopo mesi di amarezze che a Udine i tifosi hanno dovuto ingoiare senza entrare nei dettagli.

Questi i fatti, giudicabili solo per questo. Poi, invece, sui media nazionali ecco lo scempio verso Udine: giocatori che sarebbero stati minacciati, messi alla berlina, chiamati sotto la curva, contestazione folle, violenza verbale, inciviltà e chi più ne ha più ne metta. Addirittura qualcuno si è scomposto per fare un paragone con i tifosi dell'Hellas a Firenze (tra l'altro da sempre gemellati) portandoli ad esempio (forse non hanno mai assistito a una gara del Verona con l'Atalanta).

E via anche di opinioni autorevoli: «Una cosa che è successa nella mia terra, il Friuli, non mi piace. I giocatori dell’Udinese, andando sotto la curva, si sono fatti umiliare. Se la società ha deciso che i giocatori si devono fare umiliare non mi trovo dalla parte della società», ha detto Fabio Capello.

Udine non merita tutto questo e anche la società dovrebbe intervenire. Perché anche se è stata contestata, non è mai venuta meno la passione da parte dei tifosi bianconeri. La stessa che ha portato a fare migliaia di chilometri anche in questa stagione balorda, la stessa che ha portato a tifare intensamente quando glielo è stato chiesto, la stessa che ha fatto solidarietà (dalle iniziative singole dei club verso i bisognosi fino a quelle degli Ultras per gli amici di Salisburgo, per esempio), la stessa che ha sempre rispettato tutti. A Udine durante la settimana non ci sono mai stati fumogeni, spranghe o persone sotto le sedi dei giornali. A Udine  molti si sentono fieramente friulani prima che italiani ed europei. Gli udinesi che vanno in trasferta escono spesso tra gli applausi degli avversari (vedi Palermo quest'anno), ma questo non fa notizia.

A Udine si dà e si pretende rispetto. E una contestazione nata dopo risultati deludenti e sfociata solo a parole non è di certo quello che i media hanno voluto far vedere.

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