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Udinese, la bocciatura del mercato estivo

La rivoluzione del mercato dell'Udinese cambia volto al centrocampo: una bocciatura solenne per chi è arrivato in estate trovando fiducia fin qui: con Iturra rispedito in Spagna, ma che fu preferito a Pinzi. Ma anche Matos di fatto boccia...

Monica Valendino

Prima era solo la critica a dire che il mercato estivo dell'Udinese non è stato all'altezza. Oggi lo dicono i fatti, con un centrocampo rivoluzionato e che cambia radicalmente volto.

Arrivano Kuzmanovic, Hallfredsson e viene reintegrato Armero (salvo sorprese dalla Cina) e con un Guilherme recuperato è facile pensare che quattro quinti della linea mediana potrebbero essere nuovi.

Con uno tra Badu, Fernandes e Kone (ma forse anche due a questo punto) che potrebbe lasciare anche per non creare un sovrannumero che difficilmente si riuscirebbe a gestire. Ma soprattutto hanno già fatto le valigie Marquinho e Iturra che nella prima parte di stagione hanno trovato una incomprensibile fiducia, pur mostrando limiti evidenti. Colantuono ha ringraziato apertamente il cileno per l'impegno profuso, ma aggiungiamo che per un professionista questo è un atto dovuto, ma si vedeva fin dalle prime battute che il passo non era da Serie A. L'errore di valutazione  ha contribuito alla cessione di Pinzi, uno che magari in campo non avrebbe cambiato volto alla squadra, ma che nello spogliatoio sarebbe stato fondamentale.

Si continua a parlare infatti di zoccolo duro di italiani, ma anche in questa sessione di mercato la tendenza è prendere stranieri, attempati e che devono rilanciarsi. Lo stesso Lodi, arrivato in extremis a settembre rischia di dover lasciare il posto a Guilherme, uno sul quale la società punta dall'anno scorso. E con Pasquale e Domizzi oramai ai margini, con Di Natale sul viale del tramonto rimane solo Felipe (un italo brasiliano) a dover cercare di parlare la nostra lingua, con i giovani Meret, Pontisso e Coppolaro sui cui si pongono almeno le speranze future.

Forse non ci si rende bene contro che il discorso italiani-stranieri non è solo squisitamente tecnico, ma anche di sostanza: la reazione emotiva che i giocatori nostrani hanno in momenti difficili come quello che l'Udinese sta vivendo è diversa da quella che hanno gli stranieri.

A completare la rivoluzione arriva Matos, che fin qui ha mostrato talento, ma non di certo doti da goleador. Farà panchina, perché la coppia titolare è Thereau-Zapata. Sarà chiamato in causa così come lo si faceva con Aguirre. Un altro bocciato che andrà a farsi le ossa altrove.

Ai neo arrivati il compito di far vedere quello che sanno fare: da subito, perché la corsa salvezza non si ferma. Il rischio è proprio doverli attendere, ma non c'è tempo e non c'è modo di sperimentare.

L'unica certezza in questo mercato di riparazione che più di così non si può è il modulo: invariabile e consolidato. L'arrivo dei nuovi induce a pensare che sono stati presi per un 3-5-2 che negli ultimi anni ha incassato 148 reti. Che il problema non sia anche lì?

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