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Udinese: L’ultimo bacio?

La mia pseudocultura cinematografica non è poi così vasta ed elevata. Certo: molti altri sciorinano un Kieslowski, un Wenders dietro l’altro, io mi fermo ad uno delle due pellicole per me riuscite bene a Gabriele Muccino. Ne “l’ultimo...

Franco Canciani

La mia pseudocultura cinematografica non è poi così vasta ed elevata. Certo: molti altri sciorinano un Kieslowski, un Wenders dietro l’altro, io mi fermo ad uno delle due pellicole per me riuscite bene a Gabriele Muccino.

Ne “l’ultimo bacio” una quindicina d’anni fa ebbe la ventura di godere, nella colonna sonora, di un pezzo della cantantessa Carmen Consoli. Oltre alla confessione, a Giovanna Mezzogiorno, del tradimento di Accorsi con la Stella: “un bacio, solamente un bacio, un bacio solo”. Povero Stefano Castà, un harakiri senza nemmeno kaishaku (decapitazione finale).

Uno dei versi che più mi colpirono nella suddetta canzone fu “brucia sul viso / come gocce di limone”. Credo sia la sensazione che molti sostenitori biacca e carbone provano dopo due stagioni non buone, né cattive. Peggio: mediocri.

Oggi lo ha ammesso anche l’apposito Giaretta: fra la dirigenza e l’ex tecnico bianconero la divergenza, oltre che (forse più che) sul progetto futuro è stata la valutazione dell’annata appena trascorsa. Segno che, con tutta probabilità, la famiglia Pozzo conviene che la qualità espressa in campo, aldilà delle dichiarazioni di facciata e degli obiettivi minimi comunque raggiunti, non può essere considerata sufficiente a mantenere soddisfatta l’utenza locale.

Lo so: tutti pensano, sostengono che il Watford diventerà il centro d’attenzione della “proprietà”; che i giocatori migliori approderanno a nord di Londra; che le energie spiritual-economiche si spenderanno in Albione anziché nella penisola che ci ospita.

Può essere. Sarà però anche sicuro che per sopravvivere in serie A, il prossimo anno, basteranno dieci vittorie e una manciata di pareggi. Non vi è l’assillo, la competizione, l’arma bianca fra i denti che necessita in un campionato duro e aggressivo come la Premier League.

Molti supporter udinesi mi hanno manifestato perplessità nel continuare a seguire la squadra dal vivo, aderendo alla campagna abbonamenti. Non posso dar loro torto. Una tessera per un campionato significa acquistare i biglietti per diciannove film di cui non sai titolo, interpreti, qualità. Bisogna aver passione, fiducia, coinvolgimento. Una buona campagna di rafforzamento già aiuterebbe, magari con qualche volto noto di affidamento che permetta anche ad un tecnico come Colantuono di metter il gioco al centro del New Friuli.

Ripeto quanto già alla noia sostenuto: la dirigenza ha i soldi, le capacità e le conoscenze per far ben meglio di quanto potrei fare io. Dico loro solo una cosa, da appassionato stars and stripes con la valigia pronta, piena di sogni e speranze, con cui andrò a difendere ed esaltare le eccellenze enoiche friulane in dieci stati USA ed uno canadese: tre indizi fanno una prova. Annata-Guidolin: mediocre. Annata-Strama: mediocre. Sono davvero pronti a ripetersi una terza volta? Fosse così, imparino ben bene l’inglese e  si preparino all’ultimo bacio...

"Franco Canciani @MondoUdinese

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