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Udinese, nessuna incertezza. Ma un futuro da costruire

Andrea Stramaccioni è proiettato verso il futuro. Come da sempre in questa stagione. Con la società consapevole di quanto accaduto, degli errori commessi, della qualità della rosa. Ovviamente gufi e cornacchie ci sono stati, ma solamente al di...

Monica Valendino

Andrea Stramaccioni è proiettato verso il futuro. Come da sempre in questa stagione. Con la società consapevole di quanto accaduto, degli errori commessi, della qualità della rosa. Ovviamente gufi e cornacchie ci sono stati, ma solamente al di fuori. Del resto perfino alla vigilia della gara con l'Inter qualche sedicente sito web 'bene informato' faceva circolare la voce di Maran a Udine. Peccato che Strama non sia mai stato messo in discussione, peccato che l'attuale allenatore del Chievo rinnoverà con i veneti come affermato dal ds dei clivensi una settimana fa. Tanto per fare un esempio. Ma, evidentemente, a qualcuno interesse più lo scoop che altro.

Del resto anche dopo le sconfitte col Parma e col Palermo, la società sapeva quel che voleva. Un progetto appena cominciato non può essere dichiarato fallito per episodi. Gli alti e i bassi vissuti nella stagione hanno molte spiegazioni razionali: la prima sono i tanti infortuni (traumatici) subiti dai bianconeri che hanno limitato la rosa per molti periodi. La seconda è che la squadra, arrivata dalla gestione Guidolin, ha vissuto parecchie trasformazioni nelle gerarchie, nei metodi. Terzo, molti episodi sul campo hanno caratterizzato il campionato: Rocchi da Firenze è l'ultimo caso, ma ricordiamo che questa Udinese si è vista 'togliere' dai 7 ai 9 punti a causa di errori. In compenso non ha mai ricevuto un rigore.

Insomma sono solo tre punti, ce ne sarebbero altri, ma quel che conta è che la società sia sempre stata consapevole di tutto. Anche Strama non ha mai messo in discussione nulla e quando tre giorni fa Paròn Pozzo a Sky ha affermato che 'se lo terrebbe stretto', molti media hanno trascurato la cosa.

Il tecnico ora deve anche parlare con Stankovic: i rinnovi (di cui si è iniziato a parlare a gennaio) sono stati 'bloccati' in concomitanza con la scelta di mandare al squadra in ritiro. Ovvio, ma i casi è meglio lasciarli altrove. Il rapporto tra Strama e Deki è saldissimo, così come quello del serbo con l'ambiente bianconero. Chiaro che se arrivasse una offerta allettante ci penserebbe su (come tutti), ma per adesso il sogno Nazionale è lontano, l'Inter ha fatto sapere che come vice allenatore non ha bisogno di altri. Insomma, un altro 'casi', nato alla vigilia di una gara importante.

C'è però davvero un 'piccolo problema': si chiama Di Natale. anche dopo aver raggiunto quota 205, agguantando Baggio nella classifica marcatori di tutti i tempi, non ha sciolto le riserve sul futuro. Strama lo vede 'alla Altafini', anche se ci sono gare (vedi Inter e Milan) dove appare integro. Il tecnico non ha mai nascosto che vorrebbe tenere Totò, ma sta a lui la scelta. Giocare altrove è allettante, perché è meglio lasciare da eroi piuttosto che da comprimari. Del resto nessuno è eterno. Il club  però per la successione non potrà in ogni caso puntare solo su giovani da lanciare, servirà una punta adatta alle aspettative.

Infine Allan: ovviamente con l'Inter in scena a Udine si sono sprecate le voci. La realtà non cambi: dinanzi a una offerta irrinunciabile se ne andrà, consapevoli che una sua partenza non sarà indolore e - come per Di Natale - andrà sostituita adeguatamente. Il punto è questo: col nuovo stadio, con la volontà di alzare l'asticella, l'Udinese può permettersi un altro anno zero, o 0,5? No. Per cui le scelte vanno fatte adesso, prima che il mercato si accenda.

In ogni caso, come sempre, il club non sembra preoccupato: non lo è mai stato, la sensazione è che la tempesta sia stata fatta fuori più che dentro.

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