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Udinese, non staccare la spina

Lo scorso anno la mancanza di continuità è stato il vero tallone di Achille del team bianconero. Ecco perchè la vittoria di domenica con l'Empoli deve rappresentare un punto di partenza e non un episodio isolato

Castellini Barbara

Vincere aiuta vincere. Quante volte abbiamo sentito, ripetuto, appurato questo assioma del calcio. Nei periodi bui o, come nel caso dell'Udinese, in presenza di avvii sconcertanti, l'unica medicina è ritrovare la vittoria. Con merito, con fortuna, con cattiveria,... quando c'è fame di punti, va bene tutto. Il passo avanti compiuto dagli uomini di Giuseppe Iachini domenica contro l'Empoli è, dunque, importante perchè alleggerisce il peso delle ultime settimane segnate dall'eliminazione dalla Coppa Italia e dal quel terribile esordio allo stadio Olimpico. Ma non può essere considerato la soluzione di tutti i problemi.

L'Udinese è ancora un cantiere aperto, un insieme di giocatori in cerca di una nuova identità. La difesa a quattro, seppur coadiuvata da un palo e da un pizzico di fortuna, ha funzionato molto bene, così come nella ripresa sono emerse le qualità di alcuni giovani di grande prospettiva come Rodrigo De Paul - in assoluto il talento più cristallino di questa squadra - e Seko Fofana, che in termini di impegno e sacrificio ha dimostrato già molto. Manca, invece, la formula adatta in avanti: Duvan Zapata, non solo non è in condizione dal punto di vista fisico, ma sembra quasi sfiduciato. Iachini e i suoi collaboratori avranno a disposizione dieci giorni per "rimettere in piedi" il colombiano, la scommessa più importante che l'Udinese ha lanciato nelle ultime due stagioni e che, per vari motivi, non è ancora riuscita a vincere.

La sosta del campionato, in tal senso, può essere un'occasione per lavorare individualmente su alcuni elementi, ma, più in generale, conterà non staccare totalmente la spina. Da sempre, infatti, queste pause forzate coincidono con inspiegabili blackout da parte dei bianconeri. Adesso, invece, che la strada giusta è stata individuata, non ci si può concedere brusche frenate. Allenarsi con un'intera formazione impegnata in nazionale (sono undici gli elementi che in queste ore hanno lasciato il Friuli per raggiungere le rispettive selezioni) sappiamo che rappresenta un ostacolo, ma l'importanza delle prossime gare deve avere la precedenza assoluta. Alla ripresa, infatti, i friulani si troveranno ad affrontare tre sfide-clou in dieci giorni: prima faranno visita al Milan e successivamente ospiteranno Chievo e Fiorentina. E tutti conoscono l'importanza di raccogliere più punti possibile nella prima fase della stagione.

La mancanza di continuità - sia in termini di risultato che di prestazioni - ha condizionato pesantemente le ultime stagioni, evidenziando l'assenza di una progettualità all'interno del team. Adesso è presto per capire se il successo di domenica rappresenti una vera "svolta" oppure no, ma la lotta salvezza si preannuncia agguerrita e l'Udinese, se non dimostra di aver capito la lezione, potrebbe rischiare. Quindi teniamoci stretti questi primi punti e attendiamo le prossime partite per emettere giudizi. L'importante è tenere sempre presente l'obiettivo, senza cadere in inutili distrazioni...

 

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