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Udinese, quattro passi in avanti e…

L'Udinese da brutto anatroccolo si scopre squadra che sta a soli 4 punti dalla zona che conta, dal sesto posto. Porsi limiti è il primo errore e chi fa sport sa che le sfide difficili sono le più belle. E con lo spiriti di gruppo che c'è è...

Monica Valendino

Quattro passi, non sono poi tanti: Udinese li vuoi fare? Il bello del calcio, ma anche quello che ti fa venire un fegato così, è che nel giro di due mesi si passa dal giudizio più pessimista ('questa squadra è scarsa' ), a quello opposto ('l'Europa dista solo quattro punti'), senza nemmeno accorgersene.

Il bello e (il brutto) della passione verso questo sport è che non c'è equilibrio: onestamente parlando, alzi la mano chi solo a metà novembre, tra polemiche varie, avrebbe pensato che a fine andata l'Udinese avrebbe potuto pensare a qualcosa di diverso della salvezza. Chi lo ha fatto o era un  inguaribile ottimista, oppure un gran conoscitore di calcio e delle sue strane dinamiche.

Succede, infatti, che una squadra che solo in autunno sembrava male assemblata e con poche qualità, abbia trovato la forza non tanto in giocate da cineteca o singoli entusiasmanti, ma in quella componente che in uno sport di squadra fa la differenza: lo spirito di gruppo.

Colantuono non solo ha dato una identità alla sua squadra, ma ha contribuito non poco con i suoi modi di fare a volte bruschi, ma sempre corretti, nel creare una squadra che ora può giocarsela con tutti: il Sassuolo che va ad alti e bassi, il Milan che va a bassi e pochi alti, e la favola Empoli sono davvero così superiori oggi ai bianconeri? Se ci mettiamo chi sta alla pari, ovvero l'Atalanta battuta nettamente e la Lazio che si sta sciogliendo dinanzi a una società contestata e a volte impreparata, davvero questa Udinese non può pensare di recuperare 4 punti fino al sesto posto?

Le prossima gare diranno molto: col Carpi è d'obbligo cercare di arrivare a calare il tris d'assi per chiudere l'andata a 27, poi con la Juve nel giorno dell'inaugurazione del nuovo stadio completamente aperto si può pensare a una bella figura, quindi a Palermo contro Zamaprini di nuovo in crisi, e ancora  la Lazio.

Pensare in grande aiuta a fare grandi cose: i limiti esistono solo se li si vuole vedere, questa Udinese è bella perché spregiudicata, affamata e che se la vuole giocare con tutti. Da Napoli, passando per Firenze e anche con l'Inter, al di là dei risultati se l'è giocata fin dive ha potuto. Ora la domanda è: davvero una rosa considerata non all'altezza potrà fare qualcosa di memorabile? La sfida è qui, servita. Crederci senza porsi confini è il traguardo da raggiungere.

 

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