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Udinese, tra yin e..Niang

Essere o non essere, questo il problema. Essere protagonisti o essere sempre sé stessi, l’Udinese è davanti a un bivio: l’intenzione è quella di diventare protagonisti in Serie A, col nuovo stadio si vuole cercare di fare la storia,...

Monica Valendino

Essere o non essere, questo il problema. Essere protagonisti o essere sempre sé stessi, l'Udinese è davanti a un bivio: l'intenzione è quella di diventare protagonisti in Serie A, col nuovo stadio si vuole cercare di fare la storia, di proporre una squadra che possa competere per grandi posizioni. Tre/quattro innesti di spessore, è su questo che la società si sta muovendo. Ma le velleità passano anche per un altro ragionamento, vecchio come il calcio, anzi vecchio come il calciomercato: dinanzi a offerte irrinunciabili non si può trattenere nessuno. Lo ha fatto il Milan, lo ha fatto la Juve, lo ha sempre fatto l'Udinese.

Il punto è che in A oggi pochi possono spendere: Roma e Inter multate, Milan incerto sul futuro societario, Lazio parsimoniosa, Fiorentina con Della Valle sempre più disincantato (e anche contestato). Rimane la Juve tra le cosiddette grandi, la quale sembra avere mire distanti da Udine.

Trattenere i più forti non dovrebbe essere compito impossibile: almeno entro i confini, all'estero non c'è competizione.

Il discorso cade subito su Allan: per adesso sul brasiliano tanti complimenti, tante parole, ma pochi fatti, anzi poche offerte concrete. L'Udinese si è messa in testa di ripartire proprio da lui: sa che il centrocampo è il reparto nevralgico, perdere Allan significherebbe doverlo sostituire con un giocatore formato e di pari livello. Non è un investimento 'alla Pozzo'. Inoltre è bene ribadire il rapporto che si è innescato tra il giocatore e Strama: non gli spiacerebbe continuare a Udine, ma prima di ogni considerazione è bene valutare le mosse in entrata del club, si vuole capire come sarà rinforzata la squadra.

Lo si dice da tempo: l'Udinese sa che servono tre o quattro pedine. I nomi per ora sono quelli dei prestiti rientranti: Verre, Vydra, Success, Zielinski, Camigliano, Mori.

Per la punta il nome (nemmeno tanto nuovo) è quello di Niang: a Genova non rimarrà, il Milan è disposto a cederlo,  a gennaio l'Udinese non ha aperto trattative, ma è uno dei nomi fatti  subitoda Stramaccioni.Il tecnico aveva chiamato il suo amico Pippo Inzaghi per chiedere la disponibilità, il tecnico rossonero aveva dato il benestare, ma in inverno non è stata considerata un'operazione conveniente (al pari di Quagliarella...). Oggi il ds bianconero Giaretta ha confermato l'interesse: fumo negli occhi per deviare l'attenzione sul vero obiettivo o reale interesse? Lo scopriremo presto. Di certo l'ex Milan assieme a Vydra e qualche giovane sarebbe l'innesto giusto.

Chi sono, invece, quelli che potrebbero partire? Lo si è sempre detto, quelli per i quali c'è un sostituto in casa: Widmer può essere sostituito co  Edenilson, Haurtaux con Wague, per Karnezis c'è Scuffet, ma l'intenzione è dare il friulano in prestito puntando ancora sull'esperienza del greco.

Per Di Natale, intanto, si deve attendere giugno: il borsino su di lui cambia quotidianamente. Chi lo conosce bene assicura che alla fine rimarrà, come sempre del resto. Probabile che le scelte del Capitano siano legate proprio alla campagna acquisti. Come per Allan. Totò sa che non sarà più titolare, ma non pretende nemmeno di esserlo: è disposto a fare da chioccia, a subentrare quando serve e anche per lui vale il rapporto creatosi con Stramaccioni.

In fine dei conti, al di là di tutto è questo il mattone più importante che si è gettato questa stagione: il gruppo è essenziale per ogni successo, quello bianconero è diventato granitico. Il primo grande risultato del tecnico è stato questo, per i risultati veri si deve attendere i rinforzi, ricordando sempre che le nuove regole impongono una rosa di 25. Molti lo scordano troppo velocemente, non è un cambiamento da poco, le scelte devono essere ponderate.

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